Con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa (Gen AI), il mondo del lavoro sta attraversando una trasformazione radicale. Nel settore bancario, in particolare, i cambiamenti saranno significativi, ma non necessariamente negativi. Secondo Mike Abbott, esperto del settore, circa il 75% dei ruoli bancari subirà un’evoluzione senza che ciò significhi la loro eliminazione.
“Quando uscì Excel, o meglio ancora VisiCalc, ogni banchiere sapeva che la finanza sarebbe cambiata. Si passava dai calcoli manuali ai fogli di calcolo digitali, e molti temevano la scomparsa delle professioni legate alla finanza. Eppure, oggi ci sono più professionisti della finanza nel settore bancario di quanti ce ne siano mai stati prima”, afferma Abbott.
L’intelligenza artificiale, dunque, non sostituirà il lavoro umano, ma ne modificherà le dinamiche, permettendo ai dipendenti di concentrarsi su attività più strategiche. Prendiamo ad esempio il settore dei prestiti commerciali: attualmente un operatore può elaborare solo un numero limitato di pratiche al giorno. Con l’ausilio dell’AI, però, potrà analizzare in modo più rapido e accurato grandi volumi di dati, identificando le opportunità migliori e aumentando così l’efficienza complessiva del processo.
“L’uso della tecnologia ci aiuterà a migliorare il nostro lavoro. Le banche che sapranno trarre il massimo vantaggio da questa rivoluzione non vedranno la Gen AI come un semplice esperimento, ma come un’opportunità concreta per accrescere i ricavi”, prosegue Abbott.
Questa visione sposta l’attenzione dai timori legati alla riduzione dell’occupazione a un approccio più costruttivo: le istituzioni bancarie che sapranno integrare l’intelligenza artificiale nel loro modello di business potranno migliorare la produttività, ridurre i costi operativi e incrementare la redditività. La sfida, quindi, non è resistere al cambiamento, ma sfruttarlo per creare nuove opportunità professionali e migliorare l’efficienza del settore.
“Se eri in banca e non hai imparato a usare Excel nel 1980, probabilmente non ci sei oggi”, conclude Abbott.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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