“La quarta rivoluzione industriale che, secondo quello che loro hanno detto e scritto, lascerà a casa 800 milioni non su 8 miliardi, perché non sono 8 miliardi le persone a lavorare, ma diciamo sono neanche la metà, una persona su 4, secondo i calcoli che io ho fatto così, un tanto al chilo, resterà a casa. dovuto soprattutto a queste nuove tecnologie, ripeto, alla robotica e all’intelligenza artificiale, cioè non ci vuole uno studioso per capire certe cose, ma nessuno fa niente per affrontarle”, spiega Armando Manocchia.
“La cifra è la sommatoria degli stanziamenti fatti a diverso titolo in diversi ambiti dell’intelligenza artificiale e voglio dire, come pensano di sostenere questa gente che rimane a casa da lavorare? come sindacato per tentare di fermare questa situazione e sostenere questa gente che deve essere lasciata a casa?”
“Il punto è proprio questo, perché quello che non viene specificato, e questo è gravissimo, noi per anni ci siamo confrontati con le aziende sulla riduzione dell’orario lavorativo, perché insomma c’erano dei turni schiavizzanti, questo comportava dei problemi di sicurezza, lasciava poco spazio alla dimensione umana e quindi voglio dire una serie di confronti, ma ci veniva sempre replicato dall’altra parte che non c’erano le condizioni per ridurre gli orari di lavoro perché ne avrebbe risentito il ciclo produttivo”, spiega Ciro Silvestri, sindacalista.
“Ora se con investimenti controllati, oltretutto per la maggior parte pubblici, si riesce in qualche modo a velocizzare il processo produttivo, è evidente che non è che l’uomo viene messo fuori dal processo produttivo, si possono riconoscere adesso le condizioni di maggiore umanizzazione dei luoghi di lavoro, ragione per cui potrebbero lavorare tutti a fiori al giorno o fare le settimane corte, non necessariamente l’uomo viene escluso dal processo produttivo e questo confronto che sarebbe dovuto essere, come dire, fondamentale nella logica sindacale, non è stato neanche accennato, non c’è stata la difesa del posto di lavoro. C’hai dalla tua parte Bill Gates? Certo.
Perché? Ti spiego perché. Perché lui ha detto, io lo definisco l’estremo untore, ha detto in proposto in futuro gli uomini potrebbero non dover lavorare duramente perché le macchine sapranno produrre il cibo e tutto il resto. Se alla fine si crea una società in cui si deve lavorare solo tre giorni a settimana, probabilmente va bene. Quindi va nella direzione che dice di avere la riduzione dell’errore di lavoro. Anche lui riduce l’errore di lavoro. Ma però questo ne proclami, perché poi nei fatti… Voglio capire che cosa mangia, con che cosa mangiano la gente se oggi, che lavorano a tempo pieno, chi lavora non mette insieme il pranzo con la cena.
Perché là un altro come dire fine pensatore, Klaus Schwab, quando parlava di inutili mangiatori, si crede proprio questa condizione, perché un uomo che non ha più la possibilità di creare reddito, di fare reddito, è evidente che non diventa più una risorsa per la società, ma diventa un peso e magari in qualche mente malsana potrebbe balenare qualche idea diciamo alquanto fantasiosa.
Noi dobbiamo evitare che si creino proprio queste condizioni. L’uomo deve rimanere comunque ancorato, deve rimanere al centro dei processi produttivi, perché se viene marginalizzato, noi da questa storia non ne capiremo niente di buono. E questo è bene che lo capiscono proprio nelle fabbriche, nei luoghi di lavoro, ma anche nelle scuole, perché il rischio poi giustamente, ne abbiamo parlato di automazione spinta per barilla e di implementazione tecnologica, ma il rischio che è legato all’intelligenza artificiale, al gruppo dell’intelligenza artificiale, nel giro già dei prossimi mesi, verrà il taglio di alcune risorse.
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