Criptomonete simili a uno schema Ponzi e al di fuori del controllo della Banca Centrale, Andrea Enria, capo della Vigilanza Bce

In questi ultimi anni “di fatto abbiamo visto che alcuni progetti di cripto asset si basavano unicamente su aspettative di continui aumenti dei prezzi e continui afflussi di capitale da nuovi investitori, come in uno schema Ponzi, con nessun tipo di valore intrinseco, nessuna capacità di generare flussi di cassa e una estrema volatilità dei prezzi”. Lo ha affermato il presidente uscente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria del suo intervento alla conferenza è sulla MiCar, organizzata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dalla Banca d’Italia.

Il quadro normativo Ue pone l’attività delle banche come «fornitore di servizi di cripto-asset» al di fuori della sfera di supervisione della Bce. Questo impedisce alla Vigilanza di avere una visione completa dell’esposizione alle criptovalute. Se i fornitori di servizi di cripto-asset controllati dalle banche non rientrano nell’ambito del consolidamento, le verifiche potrebbero diventare inefficaci. Secondo Enria i fornitori di servizi di cripto-asset dovrebbero essere aggiunti «con urgenza» alle istituzioni su cui la Bce vigila.

Enria ha ammesso di aver abbandonato del tutto le sue ipotesi iniziali, formulate attorno al 2018, di consentire che il settore dei cripto asset delle cripto valute potesse svilupparsi al di fuori di qualunque ambito regolamentare. Invece “le turbolenze dei cripto mercati che si sono verificate, incluse quelle per recenti modelli di business insostenibili e frodi conclamate, rendono pressante l’esigenza di un approccio regolamentare più rigoroso”, ha affermato.

Enria ha notato che l’Unione europea, con il regolamento MiCar è la prima giurisdizione a normare in modo sistematico questi settori.

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