Come Israele gestiva i varchi per entrare in Palestina: riconoscimento facciale con l’intelligenza artificiale con un meccanismo di codice colore per dettare chi dovrebbe essere autorizzato a procedere, o sottoposto a ulteriori interrogatori o detenuto

Israele prima dell’invasione a Gaza gestiva gli accessi al territorio occupato con un sistema di scansione biometrica basato sull’intelligenza artificiale, “che mira a prevenire i crimini prima che accadano”, così “ha giustificato l’uso di sorveglianza diffusa, tecnologie di previsione del comportamento, data mining, tecnologia precognitiva e programmi di segnalazione”, spiegano John & Nisha Whitehead.

Lo ha documentato il professore di scienze politiche Anwar Mhajne, Israele ha utilizzato tutti questi strumenti nei suoi impegni militari con la Palestina: dispiegamento di sistemi di sorveglianza tramite intelligenza artificiale e di polizia predittiva nei territori palestinesi; utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per monitorare e regolare il movimento dei palestinesi; sottoporre i palestinesi a scansioni di riconoscimento facciale ai posti di blocco, con un meccanismo di codice colore per dettare chi dovrebbe essere autorizzato a procedere, sottoposto a ulteriori interrogatori o detenuto.

Attraverso il suo uso oppressivo della tecnologia di sorveglianza, Israele ha eretto la prima prigione a cielo aperto del mondo e, nel farlo, è diventato un modello per gli Stati Uniti.

In effetti, Israele è diventato uno dei maggiori sviluppatori ed esportatori di armi militari e tecnologie di oppressione a livello mondiale”.

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