Israele prima dell’invasione a Gaza gestiva gli accessi al territorio occupato con un sistema di scansione biometrica basato sull’intelligenza artificiale, “che mira a prevenire i crimini prima che accadano”, così “ha giustificato l’uso di sorveglianza diffusa, tecnologie di previsione del comportamento, data mining, tecnologia precognitiva e programmi di segnalazione”, spiegano John & Nisha Whitehead.
Lo ha documentato il professore di scienze politiche Anwar Mhajne, Israele ha utilizzato tutti questi strumenti nei suoi impegni militari con la Palestina: dispiegamento di sistemi di sorveglianza tramite intelligenza artificiale e di polizia predittiva nei territori palestinesi; utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per monitorare e regolare il movimento dei palestinesi; sottoporre i palestinesi a scansioni di riconoscimento facciale ai posti di blocco, con un meccanismo di codice colore per dettare chi dovrebbe essere autorizzato a procedere, sottoposto a ulteriori interrogatori o detenuto.
Attraverso il suo uso oppressivo della tecnologia di sorveglianza, Israele ha eretto la prima prigione a cielo aperto del mondo e, nel farlo, è diventato un modello per gli Stati Uniti.
In effetti, Israele è diventato uno dei maggiori sviluppatori ed esportatori di armi militari e tecnologie di oppressione a livello mondiale”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
Leggi le ultime news su: https://w3b.today
Può interessarti anche: L’AI Act apre la strada alla sorveglianza biometrica di massa, la denuncia dell’eurodeputato Patrick Beyer
Può interessarti anche: Le ferrovie tedesche testano i robot per rintracciare gli autori di graffiti prima che si mettano al lavoro
Seguici su Telegram https://t.me/presskit
Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it
Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.