Il deputato UE Patrick Beyer lancia l’allarme sull’Ai Act europeo. “Con questa legge sull’intelligenza artificiale, l’UE vuole apparentemente emulare la Cina non solo tecnologicamente ma anche a livello nazionale.
- Riconoscimento facciale completo e permanente in tempo reale,
- sorveglianza comportamentale intimidatoria negli spazi pubblici come quella utilizzata ad Amburgo,
- riconoscimento facciale soggetto a errori nei nastri di videosorveglianza delle manifestazioni anche per crimini minori,
- valutazione delle origini delle persone supportata dall’intelligenza artificiale,
Insomma una “video macchina della verità” non scientifica – nessuna di queste tecnologie distopiche è vietata dall’AI Act dei nostri governi.
Sì, signor Presidente, signor Commissario, immagini un’Europa in cui, secondo il motto, uno è ricercato, tutti sono monitorati, i nostri volti vengono scansionati ovunque utilizzando tecnologie inaffidabili e intimidatorie e puoi aspettarti di essere arrestato in qualsiasi momento per errore di identità . Un’Europa in cui vieni automaticamente denunciato alla polizia per comportamenti devianti e sospetti, dove algoritmi non scientifici di sorveglianza facciale possono accusarti di mentire quando parli con gli agenti, anche se dicono la verità. Un incubo?
Nessuna di queste tecnologie è vietata dalla legge europea sull’intelligenza artificiale del nostro governo. Qui l’UE sembra voler emulare la Cina non solo tecnologicamente ma anche a livello nazionale. Invece di proteggerci da uno stato di sorveglianza ad alta tecnologia, la legge sull’AI regola meticolosamente il modo in cui viene introdotta. Ecco perché dico no a una vita sotto costante sorveglianza e a una cultura della paura, no a una legge europea che consenta la sorveglianza biometrica di massa, e no ai politici che vogliono introdurli, come Friedrich Merz.
Sì al nostro diritto alla privacy, alla libertà, alla diversità, al nostro diritto di cercare e trovare la nostra felicità. E vale la pena lottare per un futuro di libertà. Soprattutto adesso”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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