“Per poter dimostrare l’autenticità e la proprietà di un bene digitale viene creato un token che è un certificato digitale che contiene le informazioni tali da poter identificare in modo univoco e non replicabile la proprietà di quel determinato bene che ha incorporato. Il token viene registrato in una blockchain, una sorta di registro digitale”, spiega l’avv. Maria Claudia Lepore al convegno Proprietà intellettuale nel Metaverso.
“Per fare un esempio, se io creo un file immagine, nel linguaggio informatico questo file è sequenza di numeri. Per rendere quel file unico e non replicabile a quella sequenza di numeri viene posto una specie di lucchetto digitale. Si tratta tecnicamente di un processo conosciuto come hashing per cui quella sequenza di numeri viene compressa in una blockchain, quindi che cos’è? Come ho detto è un archivio digitale, un registro dove vengono annotati tutti gli Hash e tutte le transazioni che li riguardano di cui nessuno possiede i diritti di modifica e che viene tenuto in vita da una serie di computer indipendenti tra loro connessi con un consumo energetico enorme.
Un certificato, un token, può certificare beni fungibili come ad esempio criptovalute o anche beni infungibili cioè che devono rimanere unici non replicabili come ad esempio un’opera d’arte digitale. In questo caso parliamo dei famosi NFT non fungible token. Un NFT quindi contiene l’Hash quindi l’identificazione univoca e modificabile del bene che incorpora e il proprietario e registra tutti i passaggi di proprietà di quel bene così da poter sia dimostrarne la proprietà e sia risalire al suo creatore”.
Qui trovate il convegno: (https://www.youtube.com/watch?v=_o2yvxRKX-E)
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