Pochissime persone sono preoccupate per le emissioni di carbonio create dalle decine di miliardi di allegati digitali inviati in tutto il mondo.
Gli studi mostrano che un allegato e-mail medio emette circa 50 g di CO2 nell’atmosfera (dal libro di Mike Berners-Lee How Bad Are Bananas?: The Carbon Footprint of Everything di Mike Berners-Lee). Ciò è in gran parte dovuto all’elettricità richiesta dall’elaborata infrastruttura dei data center in tutto il mondo che elaborano e archiviano ogni messaggio. Ulteriori calcoli stimano che l’impiegato medio riceva circa 6.000 allegati che ignorano ogni anno. Tutto ciò equivale all’equivalente di un’autovettura che percorre 1.093 miglia per ogni impiegato. Quei numeri non includono nemmeno i molti altri allegati che i lavoratori aprono, quindi l’impatto totale del carbonio è molto più alto.
Può il web3 aiutare a diminuire l’inquinamento di Co2? Non è una domanda retorica. La risposta è sì. Le piattaforme blockchain e i libri mastri immutabili hanno già una soluzione preventiva integrata. Potendo accedere ai file, siano essi documenti, contratti o contenuti multimediali, da un tipo di punto di accesso, che le persone possono essere sicure non è stato manomesso, possono così ridurre la quantità di carbonio creata dall’invio di allegati.
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