Tokenizzazione e il futuro degli investimenti privati

In un’era in cui i mercati pubblici offrono sempre meno opportunità di investimento, la tokenizzazione emerge come una soluzione promettente per sbloccare il potenziale dei mercati privati. Questo è il messaggio chiave della recente dichiarazione di Annelise Osborne, che prevede un futuro in cui le criptovalute saranno sostenute da risorse tangibili come il settore immobiliare, il private equity, o altri mercati privati più piccoli.

Annelise Osborne è Chief Business Officer presso Kadena, una blockchain proof-of-work di livello uno focalizzata sull’aggiornamento della finanza. Con 20 anni di esperienza nella finanza tradizionale e sette anni nel settore delle risorse digitali, Annelise è anche leader di pensiero, consulente del consiglio di amministrazione, docente universitario e autrice del libro “From Hoods to Suits, Innovating Digital Assets in Traditional Finance”.

Osborne ha sottolineato un dato significativo: oggi esistono la metà delle aziende pubbliche rispetto all’anno 2000. Questo declino ha ridotto le opportunità di investimento nei mercati pubblici, spostando l’interesse verso i mercati privati.

“Non sarà solo una criptovaluta, ma sarà supportata da una sorta di risorsa. Potrebbe essere il settore immobiliare, potrebbe essere il private equity, potrebbe essere qualche altro mercato privato più piccolo. Guardate i mercati privati ​​oggi. Ci sono mercati pubblici, ce ne sono la metà delle aziende pubbliche come ce n’erano all’anno 2000. E quindi ci sono meno opportunità di investire lì, mentre più è privato. Ci sono più società private là fuori e la tokenizzazione può aprire quel mercato da una possibile prospettiva di liquidità,” ha affermato.

La tokenizzazione, secondo Osborne, permette alle persone di acquistare e vendere frazioni di beni immobili o partecipazioni in società private, creando una nuova forma di liquidità in settori tradizionalmente inaccessibili per il piccolo investitore. Tuttavia, ha notato che gli investimenti in asset tokenizzati potrebbero non avere la stessa liquidità immediata di azioni ad alta capitalizzazione come quelle di Apple.

“Se stai acquistando qualcosa che è un investimento più piccolo, non c’è tanta liquidità rispetto, ad esempio, alle azioni Apple, che hanno un’enorme capitalizzazione di mercato. Quindi penso che anche questi abbiano maggiori probabilità di essere inseriti negli ETF, perché in questo modo puoi ottenere un’esposizione allo spazio, qualunque esso sia,” ha concluso.

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