“Uno dei modi tramite cui la Struttura tiene in gabbia i prigionieri è la sua grammatica”, denuncia Uriel Cura.
“Molti non conoscono il SEO, acronimo di Search Engine Oriented. Il SEO è un “modo” di scrivere che deve necessariamente tenere conto dei legacci algoritmici della Struttura affinché la struttura stessa si “accorga” che il contenuto esiste, così da poterlo posizionare in cima ai risultati di ricerca.
Pare una questione secondaria, ma non lo è affatto.
Da quando il monopolio di Google ha preso tutto, ogni blogger, ogni redattore di “contenuti”, ogni Youtuber, ogni testata giornalistica, ha dovuto modificare la pasta del proprio linguaggio per adeguarla a quella imposta dal SEO. Niente stile, niente bellezza, niente suggestione, se non sottoposte alla spietata logica SEO.
Attenzione: non soltanto stile e struttura, ma anche il contenuto ha dovuto subire negli anni fortissime modificazioni, fino ad arrivare ad una vera e propria autocensura da parte del creatore: alcune parole non si possono dire, dunque alcuni contenuti sono impossibili da divulgare.
Li puoi scrivere, ma nessuno li vedrà perché l’algoritmo li silenzierà come il famoso albero caduto nel bosco.
Quale impatto questa semplice, apparentemente minima, intromissione ha avuto sulla struttura della Società in meno di due decenni è sotto gli occhi di chi gli occhi ancora ce li ha.
Un’unica, desolata, monoforme tabula rasa elettrificata”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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