“Quello che sta succedendo ora è la spersonalizzazione dell’individuo per arrivare alla società dell’intelligenza artificiale”, Giovanni Frajese

I valori li hanno già tolti da molto tempo e il risultato di questa società è ciò che deriva dall’assenza di questi valori. Quello che sta succedendo ora è la spersonalizzazione dell’individuo per arrivare alla società  dell’intelligenza artificiale”, denuncia Giovanni Frajese a Radio Radio.

“I valori li hanno tolti già un sacco di tempo, tant’è vero che il risultato della nostra civiltà è proprio perché siamo in assenza di quei valori che la rendrebbero degna di essere vissuta. Quello che sta succedendo è la spersonalizzazione dell’individuo, quindi rompono qualunque cosa ancora c’è da rompere che in qualche maniera possa permettere a una persona di provare a identificare se stesso come un qualcosa, perché il messaggio finale deve essere appunto questa società del futuro fluida e in qualche maniera oramai transumana dove non esiste il bianco, dove non esiste il nero e dove non esiste nello giusto e lo sbagliato semplicemente perché i due concetti non esistono. Un po’ come non esiste il vero e non esiste il falso, esiste solamente quello di cui si parla e stiamo scivolando sempre più giù.

Mentre viviamo in un periodo, in un tempo storico, voglio dire che avrebbe bisogno di focalizzare l’attenzione sul ben altro visto che in questo momento c’è un tentativo appunto di trasformazione radicale della nostra società.

Klaus Schwab l’ha detto recentemente all’incontro dei governi, al quale non so perché stesse parlando, e ci stava spiegando che parlando con ChatGPT, il suo amico, lo ha definito, gli ha chiesto come sarà il futuro del domani e ci ha spiegato che sarà ingegneria genetica, computer quantistici e tutto che fa parte delle nostre vite collegato con l’internet delle cose, se non delle persone.

Ma questo mondo fantascientifico, che in qualche maniera sembra inevitabile, qualcuno ha scelto in qualche maniera che dovesse essere quella la direzione, immagino di sì, altrimenti non ci staremo andando. E questo qualcuno è stato il popolo, in qualche maniera abbiamo votato, abbiamo deciso che il futuro deve avere questi connotati, oppure chi detiene il potere economico ha deciso che questa è la direzione e non l’1%, ma lo 0,00 qualcosa per cento sta decidendo la direzione dell’umanità in quanto tale. E la gente, è possibile che non abbia la comprensione della direzione verso quale siamo lanciati e non ci sia la possibilità di fare un’opposizione basata su basi umane piuttosto che tecnologiche.
Mi chiedo se questa deriva sia in qualche maniera fermabile o talmente potente, talmente eterodiretta. Non accade solo ovviamente nel nostro paese, ma in tutti i paesi occidentali, per cui questo processo di distruzione della nostra cultura, della nostra identità financogenetica non sia una strada oramai che non si riesca più ad abbandonare. Certo, finché comunque la comunicazione e la politica non si riprendono il ruolo che gli spetta, che è quello di far ragionare le persone, che è quello di dire in qualche maniera la verità, la strada sembra veramente tracciata. Ho comunque fede che quello che stiamo facendo noi e tante altre persone nel mondo cioè cercare di far capire alla gente appunto che siamo su una barca che sta andando in una direzione pericolosissima e che volendo possiamo cuoroscirne fuori sempre che capiamo dove siamo e dove stiamo andando e il punto è farlo capire anche alle altre persone”.

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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