“Nature ID” Infrastruttura Pubblica Digitale (DPI) per la natura per il mercato dei crediti del carbonio e delle identità digitali con il sostegno della Fondazione Rockefeller, delle Nazioni Unite e dei suoi partner

“Nature ID” vuole servire da Infrastruttura Pubblica Digitale (DPI) in grado di facilitare la tracciabilità del mercato del carbonio e i programmi di crediti per la biodiversità. Il tutto per alimentare il mercato dei crediti di carbonio con il sostegno della Fondazione Rockefeller, delle Nazioni Unite e dei suoi partner.

“Sintetizzando informazioni su biodiversità, clima e fattori sociali, Nature ID può dare maggiore risalto alle considerazioni ambientali nei processi decisionali politici, del settore privato e delle comunità locali.
Questo può sbloccare incentivi positivi per la natura e indirizzare i flussi finanziari, come i pagamenti per i servizi ecosistemici o i crediti di carbonio, verso iniziative di conservazione e ripristino”, si legge nel documento delle Nazioni Unite.

“Un Nature ID di successo richiede solidi quadri giuridici e politici che definiscano la proprietà dei dati, il consenso e i diritti di accesso. Si tratta di uno sforzo a monte che ogni Paese intraprende attraverso processi inclusivi che coinvolgono l’intera società. Una volta implementate queste misure di salvaguardia, istituzioni ben coordinate (come i dipartimenti governativi digitali) possono proteggere i dati sensibili (incluse le conoscenze detenute dalle popolazioni indigene) garantendo al contempo trasparenza e responsabilità. Questo documento affronta principalmente la fattibilità tecnica di Nature ID e le sue applicazioni a valle, basandosi su solide strutture legali e di governance.

“Il ritmo crescente del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e del degrado del suolo è diventato un rischio esistenziale per l’umanità e per molte specie di flora e fauna. Sono urgentemente necessarie innovazioni in grado di produrre un impatto rapido ed efficace sull’intera società. Attraverso le nostre iniziative Climate Promise, Nature Pledge e Digital for Planet, l’UNDP sta lavorando in oltre 140 paesi per promuovere soluzioni integrate a queste complesse sfide. Ciò include il sostegno nazionale alla trasformazione digitale, necessaria per monitorare e proteggere la biodiversità mondiale e sbloccare incentivi positivi per la natura per i settori pubblico e privato”, scrive Francine Pickup, Vice Assistente Amministrativa e Vicedirettrice, Ufficio per il Supporto alle Politiche e alla Programmazione, UNDP.

“Il valore delle Infrastrutture Pubbliche Digitali (DPI), basate su identità digitale, scambio di dati basato sul consenso e sistemi di pagamento istantaneo, è emerso come un’area chiave di consenso nelle discussioni politiche globali. Con il supporto dell’UNDP in qualità di knowledge partner, nel 2023 i leader del G20 hanno approvato per la prima volta il DPI come “sicuro, protetto, affidabile, responsabile e inclusivo”. Il Global Digital Compact, un quadro di governance che mira a creare un futuro digitale sicuro, aperto e libero per tutti, è stato adottato all’unanimità dai leader mondiali al Summit del Futuro del 2024.

Questo documento spiega come il DPI possa svolgere un ruolo fondamentale nell’affrontare le crisi climatiche e naturali interconnesse, proteggere il futuro del nostro pianeta e costruire un mondo più inclusivo, equo e sostenibile.

Il monitoraggio, la rendicontazione e la verifica rigorosi dei dati ecosistemici e ambientali sono essenziali per la protezione del nostro pianeta. Raccogliendo e sfruttando questi dati in modo più efficiente per migliorare la trasparenza, l’affidabilità e la tempestività delle informazioni relative alle azioni di un Paese per affrontare il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità nelle filiere agroindustriali, sarebbe possibile sbloccare un’ampia gamma di incentivi che possono contribuire a orientare i flussi finanziari e gli investimenti verso soluzioni più basate sulla natura, come la conservazione della foresta pluviale e il ripristino del territorio.

Esplorando le nuove forme di DPI concettualizzate in questo documento, i paesi hanno l’opportunità di sfruttare il potenziale trasformativo delle tecnologie digitali, sviluppare politiche più basate sull’evidenza e implementare rapidamente soluzioni pratiche per proteggere le aree ricche di biodiversità, supportando al contempo i loro custodi tradizionali, come le popolazioni indigene e le comunità locali”.

“Il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità sono crisi globali interconnesse che richiedono nuovi approcci alla raccolta e all’utilizzo dei dati per un processo decisionale più informato. Governi, aziende e comunità devono monitorare e rendicontare l’uso del suolo, la conservazione degli habitat e la gestione delle risorse per adempiere agli obblighi previsti dai trattati internazionali e dalle normative ambientali. Tuttavia, oggi i dati ambientali, sociali, finanziari e amministrativi sono in gran parte dispersi su piattaforme separate, il che rende difficile tracciare un quadro completo dello stato di salute ecologica o coordinare la conservazione su larga scala”, si legge nella sintesi del documento.

“L’Infrastruttura Pubblica Digitale (DPI) è emersa come un mezzo valido per affrontare questa frammentazione dei dati (Figura 1). Grazie all’implementazione di sistemi sicuri e interoperabili, come identità digitali, piattaforme di pagamento e scambi di dati, il DPI sta promuovendo l’innovazione dei servizi pubblici e la collaborazione intersettoriale. Traendo spunto dalle implementazioni di successo del DPI, questo documento”

Qui trovate il documento delle Nazioni Unite

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