Le valute digitali e il denaro contante continueranno a coesistere nel panorama economico globale, la previsione di Marion Laboure, analista presso Deutsche Bank Research

Le valute digitali e il denaro contante continueranno a coesistere nel panorama economico globale, con il denaro fisico destinato a un progressivo ridimensionamento, ma non alla scomparsa. “CBDC, denaro contante e criptovalute coesisteranno. Il denaro contante non scomparirà di certo, ma ci aspettiamo che diminuisca come mezzo di pagamento” afferma Marion Laboure, economista senior e stratega di mercato presso la Deutsche Bank.

Negli ultimi anni, il mondo finanziario ha assistito a un’accelerazione senza precedenti nello sviluppo del denaro digitale. “Negli ultimi tre anni, le banche centrali e i governi di tutto il mondo hanno moltiplicato e accelerato le iniziative sul denaro digitale” sottolinea Laboure. Questo fenomeno è legato alla crescente digitalizzazione dell’economia e alla necessità di regolamentare nuovi strumenti di pagamento per garantire stabilità e sicurezza nei mercati.

Uno degli aspetti centrali di questa trasformazione è l’evoluzione delle valute digitali delle banche centrali (CBDC), che rappresentano un’alternativa più sicura e controllata rispetto alle criptovalute private. “La maggior parte dei paesi del G20 prevede di imporre normative più severe sulle criptovalute private”, afferma Laboure, evidenziando la volontà dei governi di esercitare un maggiore controllo su questo settore. La crescente regolamentazione mira a ridurre i rischi di volatilità, riciclaggio di denaro e utilizzo illecito di questi asset digitali.

Tuttavia, le CBDC sollevano anche preoccupazioni significative in termini di privacy e controllo statale. A differenza del denaro contante, che garantisce anonimato nelle transazioni, le valute digitali emesse dalle banche centrali potrebbero consentire ai governi di tracciare ogni singolo pagamento effettuato dai cittadini. Questo scenario potrebbe portare a un potenziale utilizzo delle CBDC come strumento di sorveglianza finanziaria, limitando la libertà individuale e introducendo la possibilità di restrizioni sugli acquisti.

Alcuni critici temono che le CBDC possano essere usate per imporre controlli più rigidi sulle spese personali, regolamentando quali beni e servizi possano essere acquistati e potenzialmente escludendo determinate categorie di transazioni ritenute “non conformi” alle politiche economiche o sociali dello Stato. Inoltre, in un contesto di crescente digitalizzazione, vi è il rischio che un sistema interamente basato sulle CBDC possa rendere i cittadini più vulnerabili a blackout tecnologici o attacchi informatici, con conseguenze potenzialmente gravi sulla stabilità finanziaria individuale e collettiva.

Sebbene le criptovalute abbiano guadagnato popolarità e rappresentino una rivoluzione nel modo in cui vengono scambiati i valori digitali, la loro natura decentralizzata continua a essere una sfida per le istituzioni finanziarie tradizionali. Al contempo, le CBDC offrono un’opzione più stabile, garantita dallo Stato, che potrebbe integrarsi gradualmente nei sistemi di pagamento esistenti, ma con il prezzo di una minore autonomia per gli utenti.

Marion Laboure, oltre al suo ruolo in Deutsche Bank, insegna finanza ed economia presso l’Università di Harvard e ha una vasta esperienza nel settore privato, nella politica pubblica e nella politica monetaria. È coautrice di due libri sui mercati dei capitali e ha insegnato presso istituzioni prestigiose come Harvard Kennedy School, Yale University, Sciences-Po Paris e Università Paris Dauphine. Il suo contributo alla comprensione delle criptovalute e delle nuove dinamiche finanziarie le è valso il riconoscimento di Business Insider, che l’ha nominata tra le undici menti più brillanti nel settore delle criptovalute.

La transizione verso un’economia sempre più digitale è ormai inevitabile, questo vuole la classe dirigente politica,, ma il futuro non sarà esclusivamente digitale: la convivenza tra denaro fisico, valute digitali e criptovalute segnerà i prossimi anni del sistema finanziario globale, con la necessità di bilanciare innovazione e tutela delle libertà individuali.

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