Web3 è la nuova versione di Internet. L’obiettivo è rendere Internet più equo ed equo. Web3 utilizza tecnologie speciali per fare questo, come token e criptovalute. Sta attraversando un periodo di stagnamento. Ha tre sfide principali davanti:
Il crollo della criptovaluta
Uno dei maggiori ostacoli per Web3 è stato il crollo delle criptovalute, che costituiscono la spina dorsale di questo nuovo paradigma. La criptovaluta di punta, Bitcoin, ha subito un calo significativo, con il suo valore crollato del 66% rispetto al suo massimo storico. Anche Ethereum, un’altra importante criptovaluta, ha dovuto affrontare un forte calo di valore.
Le criptovalute sono essenziali per molte applicazioni Web3 e il calo del loro valore ha reso più difficile per queste applicazioni attirare utenti e investimenti. Inoltre, la volatilità e l’instabilità del mercato delle criptovalute hanno reso difficile per le aziende l’adozione delle tecnologie Web3.
Problemi di scalabilità e sostenibilità
Un’altra sfida che Web3 ha dovuto affrontare è la questione della scalabilità. La tecnologia blockchain su cui si fonda Web3 ha faticato a gestire grandi volumi di transazioni in modo efficiente. Le elevate tariffe del gas e i costi sostenuti per l’esecuzione delle operazioni sulla blockchain hanno reso insostenibili per molti utenti anche le transazioni di base sulle piattaforme Web3.
Inoltre, sono emerse preoccupazioni sull’impatto ambientale della tecnologia blockchain. Il processo ad alta intensità energetica di mining delle criptovalute, unito all’impronta di carbonio associata alle reti blockchain, ha sollevato interrogativi sulla sostenibilità di Web3.
Mancanza di casi d’uso nel mondo reale
Web3 è stato anche criticato per aver bisogno di casi d’uso tangibili e reali. Sebbene esistano alcune applicazioni Web3 di successo, come Bitcoin ed Ethereum, molti altri progetti Web3 devono ancora mantenere le loro promesse.
La proliferazione di progetti di bassa qualità e la prevalenza di “shitcoin” e investimenti speculativi hanno ulteriormente offuscato l’immagine del Web3. Inoltre, l’attenzione sugli NFT e l’hype che li circonda ha messo in ombra il potenziale del Web3 di rivoluzionare varie industrie e settori.
L’hype iniziale per Web3 era basato su:
Il boom degli NFT: l’anno 2022 ha visto un aumento vertiginoso della popolarità e della valutazione degli NFT. Marchi di lusso come Gucci vendevano articoli virtuali, eclissando addirittura il prezzo delle loro controparti fisiche.
Coinvolgimento del marchio: numerosi marchi importanti, da Miller Lite a Google, erano ansiosi di utilizzare la tecnologia Web3. Che si trattasse di costruire bar virtuali o di firmare accordi con piattaforme crittografiche, l’interesse era palpabile.
Tuttavia, a tutti i massimi si accompagnano eventuali minimi e Web3 ha dovuto affrontare numerose sfide che ne hanno messo in dubbio la fattibilità.
Nonostante le sfide e le critiche, alcuni mantengono ancora una visione ottimistica sul Web 3. Ritengono che gli attuali intoppi siano temporanei e che i principi sottostanti di decentralizzazione e responsabilizzazione degli utenti prevarranno nel lungo periodo.
Il numero di impegni mensili verso progetti Web3 open source è raddoppiato negli ultimi anni, segnalando un interesse e un coinvolgimento continui nello sviluppo delle tecnologie Web3.
Questo impegno costante da parte degli sviluppatori indica che c’è ancora fiducia nel potenziale del Web3 di rimodellare il panorama digitale. Il costante aumento degli sviluppatori attivi dimostra ulteriormente l’impegno nel far progredire le tecnologie Web3 nonostante le sfide affrontate dal settore.
Tratto da: https://ambcrypto.com/blog/is-web3-dead-what-you-need-to-know-2023/
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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