Il rapporto Imperva Bad Bot del 2023 ha rilevato che nel 2022, quasi la metà (47,4%) di tutto il traffico Internet proveniva da bot, con un aumento del 5,1% su base annua. Allo stesso tempo, la percentuale del traffico umano è scesa al 52,6%, il livello più basso degli ultimi otto anni.
Il traffico bot è essenzialmente qualsiasi traffico verso un sito Web o un’app che non è stato eseguito da un essere umano. È generalmente percepito come una buona cosa, poiché è essenziale per gli assistenti digitali, i motori di ricerca e simili. I robot dannosi possono interagire con le applicazioni Internet allo stesso modo dei bot (o degli utenti) legittimi e vengono quindi utilizzati per attaccare siti Web, app mobili e API, per eseguire campagne come web scraping, data mining, attacchi di forza bruta, DDoS, frodi sulle transazioni e altro ancora.
Nel 2022, il volume del traffico di bot dannosi è aumentato del 2,5% e ora costituisce il 30,2% di tutto il traffico, afferma Imperva. Il rapporto afferma inoltre che questo è il quarto anno consecutivo di costante crescita del traffico bot negativo. In effetti, i dati del 2022 non erano mai stati visti prima e Imperva monitora questo parametro dal 2013.
Inoltre, i robot dannosi stanno diventando sempre più sofisticati e quindi più difficili da individuare. Più della metà (51,2%) di tutto il traffico di bot dannosi proviene dai cosiddetti bot “avanzati”, in aumento rispetto al 25,9% di appena un anno fa.
“Si tratta di una tendenza preoccupante per le aziende poiché i bot avanzati utilizzano le più recenti tecniche di evasione e imitano da vicino il comportamento umano per eludere il rilevamento scorrendo IP casuali, entrando tramite proxy anonimi e cambiando identità”, concludono i ricercatori.
La maggior parte delle attività dannose dei bot si svolge in Germania, Irlanda, Singapore e Stati Uniti, dove i viaggi, la vendita al dettaglio e i servizi finanziari continuano a subire un volume di attacchi anormalmente elevato.
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