“La verità nell’intelligenza artificiale è uno, nessuno e centomila”, spiega Mario Rasetti, professore emerito di fisica teorica.
“Gödel era un logico dell’inizio del Novecento, che scrisse un famoso teorema, il teorema di Gödel, il quale ricorda grosso modo quello di Epimenide, il filosofo greco che diceva: ‘Se io dico la frase ‘io sono un bugiardo’, voi non riuscite a capire se io sono la verità’. La domanda è indecidibile. Gödel ha dimostrato che questo succede anche nella matematica, e io vi sto dicendo che succede nel deployment, cioè potete trovarvi nella situazione in cui avete il vostro strumento con l’aspetto corretto. Tuttavia, se andate a guardare gli algoritmi che sono in commercio, scoprite che ce ne sono alcuni che non sono caduti in quella trappola, ma ce ne sono molti che ci sono caduti e che a loro volta sono fortunati, e qualche volta danno la verità perché utilizzano un pezzo di informazione in più, oppure non sono fortunati e la gente acquista un algoritmo credendo che faccia una cosa, ma l’algoritmo non la sa fare.
Perché la verità, diciamo, è una, se esiste, ma tutti noi la percepiamo in modo diverso, quindi metaforicamente è centomila, è otto miliardi in realtà, e questo fa sì che alla fine sia nessuno, cioè zero. Noi non sappiamo cos’è la verità e questo è uno dei grandi temi dell’intelligenza artificiale oggi, perché l’intelligenza artificiale è inevitabile.
Oggi, il dato ultimo di Cisco, è che noi abbiamo prodotto nell’ultimo anno una quantità di dati il cui valore è 10 alla 23 byte. 10 alla 23 vuol dire 100.000 miliardi di miliardi di byte, 100 mila miliardi di gigabyte se volete, così potete pensare che la chiavetta che avete in tasca è di uno o due gigabyte e capite quante chiavette abbiamo riempito.”
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