Il Bitcoin opera su un meccanismo di Proof-of-Work (PoW), richiedendo circa 0,63 zetahash al secondo (6,3 X 10^21 hash/s) ad aprile 2024. Consuma circa 172 TWh di elettricità all’anno, rappresentando oltre lo 0,77% del consumo globale di elettricità. Questa domanda energetica sostanziale, sebbene frequentemente criticata per ragioni ambientali e socioeconomiche, sostiene la sicurezza della rete Bitcoin, scoraggiando attività fraudolente rendendo i costi finanziari e fisici (energia) delle alterazioni non autorizzate proibitivi. La validazione PoW di Bitcoin ha così il potere finanziario di disincentivare fortemente il comportamento fraudolento e, invece, aumentare i livelli di fiducia necessari per le transazioni finanziarie pseudonime.
I miner generano blocchi di transazioni finanziarie che costituiscono la spina dorsale del registro globale di Bitcoin. Il mining di Bitcoin utilizza chip ASIC (Application-Specific Integrated Circuit), specificamente progettati per fornire la potenza computazionale intensiva necessaria per competere e risolvere algoritmi crittografici SHA-256. Risolvere con successo questi puzzle premia i miner con il diritto di creare un nuovo blocco e conferisce sia una ricompensa di blocco sia tutte le commissioni di transazione del blocco al miner di successo. Questi guadagni, pagati in bitcoin, possono essere tenuti speculativamente o scambiati in valute locali per coprire i costi operativi.
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