Russia: il consumo di energia per le criptovalute supera quello per l’agricoltura

I minatori di criptovaluta rappresentano il 2% del consumo totale di elettricità in Russia, secondo l’ultima stima del governo.

La quota di consumo energetico dell’industria mineraria di criptovalute ha superato quella del settore agricolo del paese.

Al momento il minino di criptovalute rientra in Russia nella “zona grigia”, cioè, sebbene non sia vietato, non è nemmeno normato dalla legge. Il viceministro russo del Commercio e dell’Industria Vasily Shpak ha chiesto che l’industria mineraria sia soggetta alla legge sulla scia dei recenti dati economici, anche del consumo fatto per questa attività nel paese. “Sapete quanto rappresenta l’estrazione mineraria sulla mappa globale della produzione di elettricità nel nostro Paese?”, ha detto. “E vi dirò: più del 2%. Questo è più del costo dell’elettricità per l’agricoltura. Non possiamo non riconoscere l’estrazione mineraria in questo senso come attività industriale o industria”.

Recentemente in Russia ci sono stati dei cambiamenti normativi per chi opera con le criptovalute: è stato abolito l’obbligo per gli operatori di mining di iscriversi in un albo speciale.

Oltre al viceministro del commercio, anche il primo ministro del paese, Mikhail Mishustin, è stato favorevole allo studio dell’industria mineraria di criptovalute, ad aprile Mishustin ha dichiarato: “Pensiamo inoltre che per stimolare gli investimenti, principalmente in capitale fisso, si possano discutere i temi del mining, ovvero la creazione di data center e delle relative infrastrutture”.

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