“Cosa significa avere un modello di intelligenza artificiale che gira in locale nella macchina, nel PC, di ciascuno di noi? Significa avere qualcosa che ha una sorta, perdonate il mio italiano molto brutto, di agentività, cioè la capacità di compiere azioni in una maniera più o meno controllabile dall’utente”, spiega Padre Paolo Benati al convegno “L’algoritmo al servizio dell’uomo: comunicare nell’epoca dell’intelligenza artificiale”.
“Ecco, questa è una sfida rispetto alla quale non siamo ancora preparati, che non abbiamo ancora affrontato fino a questo punto. Immaginate cosa potrebbe succedere se un hacker prendesse il controllo del mio computer, interrogasse il mio modello linguistico personale e scoprisse quali sono gli elementi con cui potrei ricattare Padre Paolo Benati.
Sicuramente verrà fuori una serie di foto di una serie di scene lugubri, ma capite che è facilitato nell’estrazione delle informazioni o nell’estrazione di informazioni sui segreti aziendali o ancora di altri tipi di informazioni.
O cosa accade se le botnet, queste reti di computer zombie che fino ad oggi semplicemente inviavano pacchetti internet rendendo inaccessibili i siti, diventano agenti autonomi che agiscono in modo coordinato e attaccano infrastrutture critiche o immobilizzano altro, adattandosi e gestendosi dinamicamente rispetto ai controattacchi.”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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