I musicisti si rivolgono agli NFT in cerca di nuovi profitti

Negli ultimi mesi il clamore che circonda Web3, la parola d’ordine per un’iterazione decentralizzata di Internet basata su blockchain, ha travolto l’industria musicale, trascinando nella mischia le più grandi compagnie musicali del mondo e alimentando la speranza che i token non fungibili diventino una nuova fonte di soldi per i musicisti.

Dopo essere state travolte da Internet a causa dell’avvento della società di file sharing Napster due decenni fa, le grandi case discografiche stanno cercando di anticipare il cambiamento tecnologico questa volta, rendendole partecipanti volenterosi al mercato.

Esempi

Il rapper Snoop Dogg ha recentemente venduto un NFT allegato al suo ultimo album © Kevin C. Cox/Getty Images
Per vendere un NFT, i musicisti assegnano la loro canzone, video o altro media a un token digitale. Il token viene venduto tramite un’asta online abilitata dalla tecnologia blockchain, che tiene traccia della transazione. Oltre a canzoni o immagini, gli NFT potrebbero essere utilizzati anche per vendere vantaggi come pass per il backstage o incontri con le star.

Universal Music, il gruppo dietro Taylor Swift e Drake, ha stretto partnership per creare NFT per i suoi artisti, inclusa una band virtuale con personaggi del Bored Ape Yacht Club, così come i rivali Sony e Warner.

Dopo aver speso più di mezzo miliardo di dollari per acquistare i diritti d’autore del libro di canzoni di Bob Dylan, la Universal e la Sony stanno ora lavorando con il musicista per vendere gli NFT di Bob Dylan.

Spotify ha elaborato piani per aggiungere la tecnologia blockchain e token non fungibili al suo servizio di streaming, ha riferito il FT all’inizio di questo mese.

 

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