Dopo oltre otto anni di studi e dibattiti Ethereum aggiornerà il suo software, che, tra le altre cose, permetterà di minare criptomoneta in maniera più green.
Ethereum passerebbe dalla sua attuale infrastruttura tecnologica, nota come “proof of work”, a un’infrastruttura più efficiente dal punto di vista energetico chiamata “proof of stake”.
Oltre a ridurre il consumo di energia, l’aggiornamento ha lo scopo di fornire vantaggi a lungo termine come la riduzione delle commissioni elevate addebitate per le transazioni in ether, la valuta di base della piattaforma e la seconda risorsa digitale più preziosa dopo bitcoin.
Ethereum funziona su un framework operativo chiamato “proof of work” (proprio come bitcoin, la criptovaluta originale).
In questo sistema, le transazioni di criptovaluta vengono elaborate da una rete dispersa di computer. Chiunque può collegare una macchina a questa rete ed eseguire un programma che risolve complicati enigmi. Questo processo ad alta intensità energetica è progettato per verificare le transazioni crittografiche e garantire che le persone che inviano denaro dispongano dei fondi necessari per farlo. I computer competono tra loro per il privilegio di verificare queste transazioni, poiché guadagnano criptovaluta come ricompensa. Questa attività è conosciuta nel gergo industriale come “mining”.
Con l’aumento della popolarità delle criptovalute, il mining di proof-of-work è diventato un settore importante. È dominato da società quotate in borsa che hanno costruito magazzini pieni di computer per accumulare quante più valute digitali possibile.
I costi energetici sono saliti alle stelle. I ricercatori stimano che il mining di bitcoin possa generare la stessa quantità di anidride carbonica all’anno di interi paesi. L’impronta di carbonio di Ethereum è più o meno paragonabile a quella della Finlandia.
Questo impatto ambientale ha acceso un dibattito a livello di settore e ha contribuito ad alimentare iniziative per cambiare l’infrastruttura che supporta Ethereum.
Buterin ha sollevato la possibilità di spostare Ethereum dal proof of work a un nuovo sistema – proof of stake – già nel 2014.
In un sistema proof-of-stake, gli investitori in criptovalute depositano – o “stake” – una certa quantità di valuta digitale su una rete condivisa, che consente loro di partecipare a una lotteria. Quindi, ogni volta che si verifica una transazione, viene selezionato un partecipante all’estrazione per verificare lo scambio e ricevere nuove monete.
Ciò riduce i costi energetici eliminando potenti computer in competizione per risolvere enigmi, affermano i sostenitori della Proof-of-Stake. Sostengono anche che il sistema è più egualitario del mining perché la sua barriera di accesso è più bassa, in altre parole, un “partecipante” non deve possedere una flotta di computer costosi per contribuire.
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