Da Metaverso a spatial computing, dopo che Facebook ha bruciato il concetto stesso con Meta

Aaron Brancotti, sviluppatore esperto di realtà virtuale ed estesa, nonché autore del libro Metaverse Architect insieme ad Alessio Mazzolotti, spiega la rapida evoluzione del concetto di spatial computing e sulla strategia comunicativa di Apple in questo ambito. Brancotti ha raccontato come, sei mesi prima che Apple presentasse il suo caschetto e parlasse di spatial computing, già si discuteva dell’importanza di questa tecnologia. “Non che noi si sia inventato qualcosa di particolarmente geniale, però è importante notare questa cosa,” afferma Brancotti, evidenziando come Apple abbia deliberatamente evitato di utilizzare il termine “metaverso” durante la presentazione.

Secondo Brancotti, questa scelta è stata motivata dal fatto che Meta (precedentemente Facebook) ha in qualche modo compromesso il concetto di metaverso, riducendolo all’idea di mondi virtuali. “Meta aveva completamente bruciato questo concetto di metaverso a quello dei virtual worlds, che sono solamente una parte di questo metaverso,” spiega Brancotti. Il concetto di metaverso, per lui, è molto più ampio, estendendosi lungo un continuum che va dalla realtà reale, connessa all’Internet of Things, fino alla realtà virtuale e aumentata. “È qualcosa di estremamente fluido ed è qualcosa di esperibile a moltissimi livelli.”

Il metaverso deve essere un ambiente condiviso e sociale, persistente e accessibile a più persone simultaneamente. “Deve permettere delle dinamiche sociali… l’idea è proprio quella che lo stesso ambiente reale, al quale vengono sommati via via dei layer digitali, possa essere esperito in maniera sincrona da più persone,” afferma. L’obiettivo, secondo lui, è la creazione di un’esperienza ubiqua, dove il mondo reale viene progressivamente arricchito da strati digitali, fruibili da tutti.

Un altro aspetto su cui Brancotti pone grande attenzione è l’utilizzo delle tecnologie web per rendere queste esperienze accessibili. “Siamo molto affezionati alle tecnologie web da questo punto di vista, siamo molto affezionati a WebExR,” afferma, riferendosi a una piattaforma che consente di creare mondi virtuali attraverso il web. Nonostante la chiusura di Hubs da parte di Mozilla, che ha deluso molti nel settore, Brancotti ribadisce la fiducia in WebXR, considerandola una tecnologia cruciale per garantire esperienze immersive su larga scala.

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