In quasi undici mesi negli Stati Uniti sono iniziati con un ritmo di circa uno al mese una decina di contenziosi che hanno visto contrapporsi l’industria dei contenuti a quella delle intelligenze artificiale“, denuncia Paolo Marzano, professore di diritto della proprietà intellettuale presso la Facoltà di giurisprudenza della LUIS Guido Carli di Roma.
“I consenziosi negli Stati Uniti vertono sul fatto che queste macchine vengono gestite da soggetti che non chiedono il permesso, prendono e copiano tutto quanto quello che si trova su internet. I titolari dei diritti stanno facendo partire una serie di contenzioni. È probabile che la conclusione che si otterrà sarà quella che queste condotte sono degli illeciti, ma è anche probabile che siano qualificati come degli usi legittimi. Staremo a vedere.
I contenziosi negli Stati Uniti fanno riferimento a norme che noi non abbiamo.
E nello stesso arco di tempo, con una straordinaria accelerazione, il legislatore comunitario ha adottato il famoso regolamento artificiale intelligenza act. l’articolo 52,1 lettera A impone di etichettare con un sistema percepibile dai computer il il cosiddetto contenuto sintetico. Il termine sintetico non è illustrato e spiegato all’interno del regolamento artificiale intelligenza, ma si intende quell’audio, quel video, quel testo generato facendo uso di un sistema di intelligenza artificiale.
Questo per un fatto di trasparenza, perché ognuno di noi sappia che si trova di fronte ad un contenuto generato con un sistema di intelligenza artificiale. E questo è anche di grande però importanza per la protezione del diritto d’autore”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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