Amnesty International fa il punto sui rischi dell’intelligenza artificiale: “per i diritti umani in aree come l’accesso al welfare, all’istruzione e all’impiego, ai diritti al lavoro, alla privacy e alla sicurezza online”

“L’emergere di strumenti di Ai generativa ha occupato le prime pagine dei giornali negli ultimi mesi, evidenziando le minacce chequeste nuove tecnologie e altre già esistenti rappresentano per i diritti umani, e in particolare per i diritti di coloro che appartengono alle fasce più marginalizzate della società. Gli stati non hanno adottato misure sufficienti per frenare il commercio globale di spyware o il modello economico basato sulla sorveglianza delle grandi aziende di tecnologia informatica, note come le Big Tech”, scrive nel suo ultimo rapporto Amnesty International.

I rischi dell’intelligenza artificiale

“Il lancio nel 2023 di ChatGpt-4, uno strumento che può sintetizzare e generare del testo, ha attirato l’attenzione su come l’Ai generativa trasformerà le vite lavorative delle persone, il loro accesso ai servizi della pubblica amministrazione e la loro esperienza sulle piattaforme Internet in generale. Come ogni altra nuova tecnologia, l’Ai generativa può creare opportunità ma, senzaun’adeguata ed efficace regolamentazione, può anche accentuare i rischi per i diritti umani in aree come l’accesso al welfare,all’istruzione e all’impiego, ai diritti al lavoro, alla privacy e alla sicurezza online. Questi rischi comprendono un rafforzamentodelle disuguaglianze, a sfondo razziale e di altro tipo, un aumento della sorveglianza e l’amplificazione di contenuti d’odio online16.

I sistemi di Ai esistenti, tra le altre tecnologie, hanno già amplificato le disuguaglianze e danneggiato le comunità marginalizzate in aree come l’accesso ai servizi erogati dallo stato, l’ordine pubblico, la sicurezza, e la migrazione. In Serbia, il nuovo sistema di welfare sociale semiautomatizzato, finanziato dalla Banca mondiale, ha portato migliaia di persone a rischiare di perdere l’accesso a servizi di assistenza sociale vitali e penalizzato in maniera sproporzionata la comunità rom e le persone con disabilità. L’utilizzo da parte di Israele delle tecnologie di riconoscimento facciale nei Territori Palestinesi Occupati ha rafforzato lerestrizioni sulla libertà di movimento e contribuito a consolidare il sistema di apartheid. Il dipartimento di polizia di New York ha rivelato che nel 2023 aveva utilizzato la tecnologia per sottoporre a sorveglianza le proteste del movimento Black Lives Matter nella città, ma sono al contempo aumentate le pressioni sul consiglio comunale della città per chiederne la messa al bando.

Intanto, le società di capitale che investono nelle nuove tecnologie si sono spesso sottratte alle loro responsabilità di rispettare i diritti umani”

Qui trovate il rapporto completo

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