Web3 – Verso un’economia aperta e decentralizzata

Airdrop, Altcoin, Flippering, Mining, Minting, Proof of Stake… Molta confusione, sembra di essere veramente in un altro mondo, e infatti siamo passati da Web 1.0, che è quello dell’inizio dei primi anni di internet, che si occupava fondamentalmente di offrire un’esperienza agli utenti di tipo statico, perché la tecnologia di allora permetteva solo questo e quindi era molto difficile creare dei siti ricchi di contenuti, a Web 2.0, che ha innestato tutta la parte di social media, quindi siti dinamici e social media hanno portato a una maggiore ricchezza di contenuti ma anche a una maggiore centralizzazione che ha visto nel tempo alcuni players prendere una predominanza globale.

Ma in cosa differisce e perché è così importante Web3? Web3 mira a dare un controllo agli utenti di tutte le informazioni presenti online e quindi vuole portare il web verso un web di tipo semantico: ciò significa che gli algoritmi saranno in grado di leggere ed elaborare i contenuti generati dagli utenti; in più la tecnologia blockchain potrà fornire una decentralizzazione e quindi una non più centralizzazione delle informazioni detenute da pochi attori ma la possibilità di avere tutte queste informazioni distribuite, con tutta una serie di vantaggi aggiuntivi che permetterà l’evoluzione di una economia digitale aperta e quindi di una finanza decentralizzata, ad esempio.
Vorrei ricordare che Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide WeB, già nel ’99 esplicitava che aveva un sogno di un web semantico, cioè un web dove tutti i dati sul web potevano essere analizzati, i link, le transazioni tra le persone e tra i computer, e diceva che quando si sarebbe arrivati a questo i meccanismi quotidiani di scambio, tutta la burocrazia e anche le nostre vite sarebbero state gestite da macchine che parlavano con altre macchine, quindi una visione di un vero web semantico, dunque un oceano di informazioni decentralizzate disponibile per i siti web e le applicazioni, quindi la capacità dei computer di comprendere e utilizzare tutti questi dati in modo significativo per le esigenze dei singoli utenti.

Abbiamo avuto un Web1 caratterizzato dai link e i server come luogo principale dove si tenevano le informazioni; poi il Web2 dominato dalla componente social, quindi dai like e dalle interazioni tra utenti (dominato soprattutto dai servizi), e un Web3, che dovrebbe diventare, invece, un web basato su protocolli e quindi con tokens, quindi tutto ciò che è decentralizzato dando più potere ai singoli utenti.
In questa tabella vediamo proprio quali sono state le caratteristiche dei primi due web: contenuto, tecnologie, ambienti virtuali, pubblicità, archiviazione dei dati e pubblico; siamo passati da un web statico a un web dinamico, per arrivare a tecnologie basate, appunto, su blockchain, su intelligenza artificiale e su machine learning.

Cosa rende, quindi, Web3 superiore alle versioni precedenti?
– Nessun punto di controllo centrale, come abbiamo già detto
– Una interconnettività tra le informazioni maggiore
– Quindi una navigazione da parte dell’utente più efficiente grazie, appunto, all’intelligenza artificiale e al machine learning
– Pubblicità e marketing migliorati perché più a misura del singolo utente
– E quindi dal punto di vista sempre del marketing anche la capacità delle aziende di fornire un migliore supporto ai clienti.

Ma vediamo adesso alcune tecnologie sulle quali si basa il nuovo Web3.

Prima tra tutte è la blockchain: la blockchain è una tecnologia, anche se ne sentiamo parlare molte volte legata alle criptovalute; è una tecnologia esattamente come tante altre che utilizziamo quotidianamente, il 4 e il 5G, come anche la posta elettronica o il codice HTML del Web1, che è ancora utilizzato, la PEC per chi la utilizza, appunto, in Italia.
La blockchain che cos’è? È come un enorme database pubblico in rete al quale chiunque può accedere per vedere i dati in esso contenuti; questi dati non possono essere manipolati e modificati una volta che sono stati scritti.
Come avvengono le modifiche in una blockchain? Poniamo che noi vogliamo inserire una nuova informazione: questa nuova formazione crea un nuovo blocco di informazioni sulla blockchain, sulla catena (infatti “blockchain” significa “catena a blocchi”); questo nuovo blocco di informazioni viene trasmesso a tutti i computer che fanno parte della rete distribuita e attenzione, qui non abbiamo dei server centralizzati sui quali si va a scrivere l’informazione, bensì questo nuovo blocco, una volta che è stato validato e aggiunto alla catena, rimane permanente e non è più possibile la sua modifica, quindi l’informazione non può essere né modificata né cancellata. Tutti i computer che fanno parte della catena di validazione vanno ad approvare il cambiamento quindi l’inserimento di questa nuova informazione.

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