Web3: la Cina impone una “severa repressione” per prevenire attività illegali da parte di stranieri

La Cina avverte le società di telecomunicazioni che hanno sede all’estero di non utilizzare “nuove tecnologie” – risorse digitali, blockchain, intelligenza artificiale (AI) e metaverso – per scopi nefasti.

La Commissione per gli affari politici e legali del Comitato centrale del Partito comunista cinese (PCC) ha annunciato l’intenzione di reprimere le frodi delle telecomunicazioni all’estero in conformità con la legge e intensificare le indagini e l’interruzione delle bande criminali colluse con le forze straniere, in una mossa salvaguardare gli interessi vitali del pubblico cinese.

Secondo Global Times, citando una dichiarazione del Comitato politico e legale centrale cinese, “entità che operano al di fuori della Cina hanno utilizzato tattiche ingannevoli come presentarsi come opportunità di lavoro redditizie per reclutare vittime ignare”.

L’annuncio è stato dato durante una recente riunione plenaria della commissione.

In vista dell’uso di nuovi metodi di frode come blockchain, Metaverse, valuta virtuale e AI, la commissione ha sottolineato la necessità che le autorità di pubblica sicurezza, finanza, telecomunicazioni e cyberspazio lavorino insieme per applicare tecnologie avanzate per combattere congiuntamente contro i crimini.

I dipartimenti di pubblica sicurezza e giudiziario dovrebbero rafforzare ulteriormente la consapevolezza pubblica sulla questione come mezzo per identificare e impedire a questi gruppi di impegnarsi in comportamenti illegali.

L’annuncio della commissione è arrivato con le recenti segnalazioni di cittadini cinesi sottoposti a “rapimento virtuale” per frode sul web. Secondo il consolato generale di Edimburgo, i truffatori hanno impersonato personale di pubblica sicurezza per rubare informazioni personali dei cittadini ed estorto enormi quantità di “riscatto” alle loro famiglie.

Per interrompere le frodi sulle reti di telecomunicazioni, il tribunale intermedio del popolo di Xuzhou, nella provincia di Jiangsu nella Cina orientale, ha organizzato venerdì 11 tribunali di base sotto la sua giurisdizione per concentrarsi su 52 casi di frode nelle reti di telecomunicazioni. Un totale di 85 imputati sono stati condannati a pene detentive a tempo determinato da 11 anni a tre mesi di reclusione ai sensi di legge, con sanzioni pecuniarie.

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