Sono morti 1.500 animali, ma migliaia di persone sono in lista per farsi impiantare un chip cerebrale

Il dispositivo, della grandezza di una moneta, potrà essere impiantato nel corpo umano e trasmettere informazioni cerebrali con un’interfaccia computerizzata, controllata dall’intelligenza artificiale,  per indagare su alcune patologie e migliorare la ricerca per individuare cure. Nella sperimentazione sugli animali sono morti 1.500 esemplari, alcune scimmie sono sopravvissute e Diverse scimmie sono ora in grado di «giocare» ai videogiochi o di «digitare» parole su uno schermo, semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore sullo schermo.

I problemi etici e sanitari non sono pochi. I chip che interagiscono con il nostro cervello leggendo (e registrando) le nostre emozioni dall’altra il rischio di arrivare al Grande Fratello di Orwell non è lontano”. Spiega Angelo Vescovi, celebre genetista tra i pionieri dell’utilizzo delle cellule staminali, dallo scorso dicembre presidente del Comitato Nazionale di Bioetica.

Per installare il chip nel cervello viene rimossa una parte della scatola cranica. La procedura è estremante invasiva e viene effettuata da un robot. Una volta installato il chip dotato di fili ed elettrodo sarà in grado di leggere le onde cerebrali, che verranno poi tradotte da un altro dispositivo, collocato esternamente. L’obiettivo di questa interfaccia cervello-computer, nota come Bci (Brain-computer interface), è almeno all’inizio quello di permettere a una persona con condizione di handicap, come la sclerosi laterale amiotrofica (Sla), di comunicare con l’esterno attraverso i propri pensieri. L’azienda ha dimostrato le funzionalità testandola su una scimmia, che ”digita telepaticamente” su uno schermo. Il dispositivo Neuralink, infatti, può tradrre i picchi neuronali in dati che possono essere interpretati da un computer.

Elon Musk, che durante un evento presso la sede della società a Fremont (California) ha fatto sapere che le discussioni con la Food and Drugs Administration sono andate a buon fine, e potrebbero costituire il lasciapassare decisivo per il lancio dei primi test entro pochi mesi.

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