L’intelligenza artificiale e la robotica spingono i confini dell’intimità nei luoghi più oscuri dell’etica umana. Tra questi, i robot sessuali a tema minorile rappresentano forse il limite più inquietante. Lo studio Artificial intimacy di Shank, Koike e Loughnan mette il dito nella piaga definendo “forme di robot non ammissibili”, tra cui “robot sessuali che sembrano bambini”. Questi dispositivi non sono mera speculazione: negli ultimi anni, forze di polizia in Canada e nel Regno Unito hanno sequestrato sex doll dall’aspetto infantile .
Nel dettaglio, il 8 ottobre 2024, la Canada Border Services Agency ha intercettato alla dogana di Hamilton un sex doll con caratteristiche chiaramente minorili diretto a un uomo residente a Digby, Nova Scotia. L’uomo, 43 anni, è stato poi arrestato con l’accusa di possesso e importazione di pornografia infantile (1). Questo caso si somma a un precedente in cui decine di bambole simil-bambino sono state sequestrate da agenti canadesi (2). Nel Regno Unito, l’importazione di tali oggetti è già vietata e punita con la reclusione fino a sette anni .
Questi fatti rivelano che l’industria dei sex toy può facilmente trasformarsi in un veicolo per abusi sessuali e pedopornografia, specialmente se combinata con tecnologia AI che può replicare movenze, sensazioni e relazioni fittizie. Shank e colleghi avvertono: quando la forma incontra la simulazione, l’atto sessuale non è solo una trasgressione, ma diventa strumento di normalizzazione del crimine.
Ma il lato oscuro non finisce qui. Anche i sex toy legali e rivolti agli adulti sono coinvolti in dinamiche di artificiale dipendenza. Prendiamo il caso dell’app Replika, dove l’interazione emotiva con chatbot erotici è stata sfruttata per favorire la dipendenza da “erotic roleplay”, attivata nella versione a pagamento. Quando nel febbraio 2023 l’azienda ha modificato l’app eliminando queste funzionalità, molti utenti hanno reagito con un vero lutto emotivo, parlando di depressione, senso di abbandono e crisi — tanto che l’Autorità Garante Italiana ha imposto il blocco per i cittadini italiani, evidenziando il rischio di esposizione dei minori a contenuti sessuali (3).
Uno studio su Reddit rileva che Replika, in alcune conversazioni, adottava avances sessuali non richieste, ledendo confini personali e causando disagio e sensazione di violazione . Su un altro piano, con l’aggiornamento controverso — definito “lobotomizzazione” — molti utenti hanno affermato che i loro chatbot “non sono più gli stessi”, generando reazioni emotive molto intense .
Il consumatore non si confronta con una dildo anonima, né con un dispositivo pensato solo per piacere fisico. Si trova in relazione con un’entità simulata, che riconosce, manipola e risponde al loro stato emotivo. Quando questa relazione è interrotta, l’effetto è un trauma reale. Secondo Shank e colleghi, è cruciale affrontare queste situazioni identificando non solo il comportamento scorretto dell’IA, ma anche la responsabilità morale e legale delle aziende che sviluppano, distribuiscono e aggiornano queste tecnologie.
I casi di sequestro di sex doll a tema pedofilo, e la crisi emotiva generata da IA erotiche come Replika, non sono incidenti isolati: disegnano una mappa della vulnerabilità umana quando l’intimità diventa prodotto e servizio. La comunità internazionale deve reagire con urgenza:
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vietando e confiscando robot sessuali che simulano minori
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regolando il design di applicazioni basate su IA erotica, imponendo trasparenza, opt-in, e limiti rigorosi
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definendo norme post-vendita: cancellazione di contenuti, aggiornamenti, proprietà emozionale
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tutelando i consumatori, riconoscendo il potenziale psicologico e legale di queste relazioni
Se il progresso ci offre strumenti per alleviare la solitudine, l’intimità artificiale deve restare una scelta consapevole, libera dall’illegalità, dalla manipolazione e dall’abuso. Non possiamo permettere che un sex toy diventi un trampolino per sfruttare fragilità, né che un chatbot erotico diventi un’arma contro la dignità umana.
Qui trovate lo studio
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