“Tutto ciò che la tecnologia fa è semplicemente aumentare un po’ questo processo”, spiega Lindsey Chiswick al convegno Future of Britain, parlando del riconoscimento facciale testato nel Regno Unito per arrestare le persone.
“Lo rende più veloce e più accurato. In passato, un ufficiale avrebbe partecipato a un briefing, ci sarebbe stata una presentazione PowerPoint, magari con 50 fotografie, e quindi avrebbero sfogliato quelle fotografie. L’ufficiale avrebbe provato a prendere alcuni appunti. Realisticamente, non avrebbe ricordato quei volti. Si sarebbe schierato in un’area affollata e avrebbe cercato, prima di tutto, di ricordare quei volti, e poi provare effettivamente a distinguerli dalla folla. Voglio dire, è praticamente impossibile, no? Ciò che fa il riconoscimento facciale dal vivo è accelerare questo processo. Avvisa l’ufficiale di una possibile corrispondenza. L’ufficiale quindi esamina l’avviso.
L’ufficiale guarda la persona per strada e prende la propria decisione se quella corrispondenza è probabile e se vuole andare a parlare con quella persona oppure no. Sarà sempre l’ufficiale a prendere quella decisione. E quello che succede dopo è una conversazione. Queste conversazioni avvengono ogni singolo giorno nella polizia.
L’ufficiale chiederà all’individuo di identificarsi. Ciò non porta necessariamente a un arresto”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
Leggi le ultime news su: https://w3b.today
Può interessarti anche: La polizia di Delhi userà la tecnologia blockchain contro la manomissione delle prove forensi
Può interessarti anche: Metaverso: servono stazioni di polizia virtuali per crimini virtuali come gli stupri degli avatar o lo sfruttamento sessuale dei bambini?
Seguici su Telegram https://t.me/presskit
Seguici su Facebook https://www.facebook.com/presskit.it
Copiate l’articolo, se volete, vi chiediamo solo di mettere un link al pezzo originale.