Per il transumanesimo il de-popolamento porta alla sostenibilità ambientale

Negli ultimi anni, il dibattito sul transumanesimo ha assunto una rilevanza crescente, con implicazioni che vanno ben oltre l’ambito scientifico, toccando tematiche sociali, etiche e ambientali. Gianluca Marletta, autore del libro “Transumanesimo”, ha recentemente sottolineato un aspetto cruciale di questa visione: la relazione tra depopolamento e sostenibilità ambientale.

Marletta afferma che chi sostiene il transumanesimo arriva a proporre tesi estreme: “200 milioni di persone non danneggerebbero l’ambiente come fanno invece adesso 8 miliardi”. Questo punto di vista suggerisce che il problema dell’impatto umano sull’ambiente non sia solo una questione di comportamento, ma anche di numeri. Ridurre drasticamente la popolazione mondiale potrebbe essere, secondo questa prospettiva, una soluzione efficace per preservare la natura. Tuttavia, il modo in cui questa riduzione dovrebbe avvenire non è chiaramente definito, lasciando spazio a riflessioni e dibattiti complessi.

Il transumanesimo, una filosofia che mira a superare i limiti biologici dell’uomo attraverso la tecnologia, propone una visione che, secondo Marletta, potrebbe andare in questa direzione. Citando Lovelock, uno dei grandi profeti dell’ambientalismo radicale e animalismo radicale, Marletta ricorda che “il vero futuro è quello dell’interazione uomo-macchina”. Lovelock, oggi ultranovantenne ma ancora attivo, ha descritto l’umanità come “una sorta di muffa sul pianeta Terra”, suggerendo che, senza un cambiamento radicale, il sistema immunitario del pianeta finirà per respingere l’uomo come un corpo estraneo.

Per il transumnesimo  “l’unico uomo compatibile con l’ambiente è un uomo che in qualche modo interagisca con la macchina”, afferma Marletta, citando l’esempio personale di Lovelock: “Io ho il bypass, quindi già questo è un esempio di uomo nuovo. La Terra, il sistema immunitario della Terra, prima o poi ci respingerà, esattamente come noi respingiamo un virus o un batterio, sostiene Lovelock. Per evitare che l’uomo venga respinto, ripudiato e quindi distrutto dal sistema immunitario di Gaia, della Terra, abbiamo bisogno di un uomo che sia compatibile. L’uomo compatibile: quante volte sentiamo questo termine! Compatibilità, economia compatibile, cultura compatibile con l’ambiente. L’unico uomo compatibile con l’ambiente è un uomo che, in qualche modo, interagisca con la macchina.” Lui dice: “Beh, io ho il bypass, quindi già questo è un esempio, in qualche modo, di uomo nuovo, un uomo che interagisce completamente con la macchina. Probabilmente non avrà neanche più bisogno di riprodursi per vie naturali, o se si riprodurrà, lo farà in maniera estremamente contenuta e gestita, risolvendo così anche il problema ambientale.”

Il transumanesimo, quindi, in questa visione dispotica, non sarebbe solo un percorso verso il miglioramento delle capacità umane, ma una vera e propria strategia di sopravvivenza per il pianeta.

Qui trovate il libro di Gianluca Marletta.

Fonte

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