Il concetto centrale dell’intelligenza organoide “prevede l’utilizzo di neuroni viventi per eseguire calcoli, in modo simile a come vengono utilizzate oggi le reti neurali artificiali (ANN). Tuttavia, a differenza delle ANN, dove l’aggiornamento dei tensori digitali (pesi) può modificare istantaneamente le risposte della rete, è necessario sviluppare metodi completamente nuovi per le reti neurali che utilizzano neuroni biologici”, spiega un recente studio. “Il materiale biologico utilizzato nella nostra piattaforma è costituito da sferoidi cerebrali [chiamati anche minicervelli (Govindan et al., 2021), organoidi cerebrali (Qian et al., 2019) o neurosfere (Brewer e Torricelli, 2007)] sviluppati da Human iPSC -cellule staminali neurali (NSC), seguendo il protocollo del Prof. Roux Lab (Govindan et al., 2021).
La sta sperimentando Finalspark, un’azienda svizzera.
“Il campo dell’elettrofisiologia multi-unità ha uno stato dell’arte consolidato che abbraccia facilmente gli ultimi 40 anni. Di conseguenza, esistono già hardware e metodi ben documentati per eseguire l’interfaccia elettrica funzionale e la microfluidica necessaria per la distribuzione dei nutrienti (Gross et al., 1977; Pine, 1980; Wagenaar et al., 2005a; Newman et al., 2013). Alcuni sistemi sono progettati specificatamente anche per gli organoidi cerebrali (Yang et al., 2024), anche se la ricerca è stata focalizzata principalmente sull’esplorazione della biologia del cervello per applicazioni biomediche (ad esempio, meccanismi e potenziali trattamenti delle malattie neurodegenerative), non per realizzare nuovo hardware informatico”.
Qui trovate lo studio sull’intelligenza organoide
Qui trovate la pagina web dell’azienda svizzera che la sta sperimentando
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