Il Dr. Patrick Breyer commenta il nuovo regolamento europeo sull’identità digitale. “La sicurezza della navigazione è compromessa e l’eccessiva identificazione eroderà gradualmente il nostro diritto di utilizzare i servizi digitali in modo anonimo. Mark Zuckerberg non dovrebbe avere il diritto di vedere la nostra carta d’identità! Se affidiamo la nostra vita digitale al governo invece che a Facebook e Google, andremo di male in peggio. Questo accordo sacrifica i requisiti essenziali del mandato negoziale del Parlamento europeo che avrebbero reso l’app eID sicura e rispettosa della privacy. L’UE sta perdendo l’opportunità di creare un quadro affidabile per modernizzare e digitalizzare la nostra società. Ora monitoreremo l’implementazione molto da vicino; questo determinerà le opportunità e i rischi dell’identità digitale”.
Il Parlamento e il Consiglio dell’UE hanno concordato un nuovo regolamento UE sull’identità digitale (eIDAS 2): una nuova app di identità digitale consentirà ai cittadini dell’UE di accedere a servizi digitali pubblici e privati come Facebook o Google e di pagare online. L’accordo è stato concluso nonostante più di 500 scienziati e numerose organizzazioni non governative abbiano pubblicato una lettera aperta “mettendo fortemente in guardia contro l’accordo di trilogo attualmente proposto in quanto non rispetta adeguatamente i diritti dei cittadini alla privacy e alla sicurezza delle comunicazioni online” – una critica che il Pirata Lo sottolineano i deputati del partito al Parlamento europeo.
Gli Stati membri non saranno obbligati ad assegnare a ogni cittadino un numero di identificazione personale permanente. L’utilizzo dell’app eID sarà volontario e continuerà a essere possibile accedere ai servizi pubblici e privati utilizzando altri mezzi di identificazione e autenticazione esistenti. Il client dell’app sarà open source.
Anja Hirschel, la principale candidata del Partito Pirata alle elezioni europee del 2024, aggiunge: “L’eID consentirà un’identificazione chiara, rapida e comoda su Internet. Qui sta il vantaggio, ma allo stesso tempo c’è anche il pericolo: senza misure di protezione e regolamenti adeguati, anche i fornitori di servizi che non necessitano di alcuna attribuzione personale verificata sono molto allettanti per offrire questo “servizio pratico” . Ciò significa che sempre più dati personali finiscono in mani che non ne hanno bisogno e il nostro comportamento online diventa esattamente tracciabile, che lo vogliamo o no”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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