“Il metaverse architect è sostanzialmente una convergenza di tecnologie e di conoscenze, che si estende su molti ambiti, non solo tecnologici ma anche sociologici. Dal nostro punto di vista, per costruire ambienti metaversali utili, utilizzabili e di successo, che abbiano una vera adozione, è necessario coinvolgere team di esperti, costruttori, e specialisti in vari campi”, spiega Aaron Brancotti, sviluppatore esperto di realtà virtuale ed estesa, nonché autore del libro Metaverse Architect insieme ad Alessio Mazzolotti. “Serve l’intervento di professionisti competenti, come esperti di interaction design, sviluppatori e persino persone capaci di scrivere codice. Io, ad esempio, sono un coder e scrivo codice da 40 anni.
In strumenti come Unreal Engine, i blueprint ti permettono di fare moltissime cose. Ecco perché il ruolo del metaverse architect deve essere collettivo: servono diverse competenze, inclusa quella di un sociologo, perché la comprensione del target a cui il metaverso è destinato è fondamentale. Senza una chiara visione del pubblico, si rischia di costruire l’ennesimo sistema che nessuno userà, perché non offre nulla di nuovo rispetto a ciò che già esiste su un normale computer, uno smartphone o altre tecnologie.
Il punto chiave è fornire un valore aggiunto, e per raggiungere un insieme di caratteristiche che offrano tale valore, una sola persona non basta. È essenziale identificare il target giusto, e questa non è una cosa che un coder da solo può comprendere. Un interaction designer potrebbe essere più vicino a questa comprensione, ma non è il suo ruolo principale.
Poi, parliamo anche di hard e soft skills che queste figure dovrebbero possedere per avere successo. Le hard skills sono legate agli aspetti tecnologici, più verticali e specifici. Queste competenze devono in qualche modo integrarsi tra loro. Il libro è scritto anche con questa idea in mente: ci sono sezioni che un sociologo può comprendere, come il capitolo sugli engine per videogiochi, dove spieghiamo concetti che, secondo noi, tutti dovrebbero conoscere, e viceversa.
Quindi, l’aspetto tecnologico rimane centrale, specialmente considerando che oggi ci sono molte tipologie di tecnologie che si intersecano per creare mondi digitali. Tu hai accennato anche all’intelligenza artificiale generativa: secondo te, quali sono i percorsi di studio più interessanti oggi per chi volesse intraprendere questa strada? Sicuramente l’intelligenza artificiale ha già un impatto enorme e lo avrà sempre di più. Capire le sue potenzialità è fondamentale. Anche se, a dirla tutta, nessuno sa veramente come funziona fino in fondo, è importante comprendere ciò che può offrire”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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