Nel transumanesimo le masse operaie non serviranno più, nel migliore dei casi vanno intrattenute, nel peggiore soppresse

“Il transumanesimo supera la modernità come l’abbiamo conosciuta fino adesso, dove la funzione delle masse era assolutamente importante”, spiega Gianluca Marletta, autore del libro “Transumanesimo”.

“Le masse, anche brutalmente parlando, erano quelle che dovevano essere mandate a fare la carne da macello in trincea o a lavorare come operai in fabbrica. Oggi questo non c’è più, questa remora non esiste più, perché ci dicono che l’intelligenza artificiale potrà sostituire 200 operatori umani, e quindi automaticamente 200 persone potranno andarsene a spasso perché non servono più. L’idea che la massa sia quindi importante, e con essa tutta la retorica della massa, dei diritti del popolo, della democrazia e del voto, sia una cosa fondamentale è ormai superata dalle élite veramente importanti del mondo occidentale e non solo occidentale. Oggi la massa non conta più nulla.

Pensa a Yuval Noah Harari, che è uno di questi personaggi straordinari. È stato chiamato l’ultimo profeta di Israele, ed è il grande politologo e futurologo del forum di Davos, per chi non lo conoscesse. Harari sostiene essenzialmente posizioni di questo genere, parla di una vera e propria post-evoluzione. Noi arriveremo a una fase successiva dell’evoluzione dove, tra l’altro, raggiungeremo l’immortalità. Egli afferma che ormai siamo a un livello tale che quattro nerd rinchiusi in una cantina potrebbero un giorno scoprire come modificare il DNA e renderci immortali, ma non a tutti, perché evidentemente queste non saranno tecnologie valide per tutti. A quel punto, Harari si pone il problema: cosa fare di miliardi di esistenze che, secondo lui, sono totalmente inutili? Queste persone inutili, cosa ne facciamo? Un’élite avrà addirittura l’immortalità. Harari afferma, con una certa crudezza, che un tempo il povero poteva dire “Sì, io sono povero, il ricco è ricco, ma un giorno avremo entrambi due metri di terreno” perché il destino era comune per tutti. Fra qualche anno non sarà così: il povero continuerà a morire, mentre il ricco sarà immortale. E allora, come far riconciliare questa stragrande maggioranza dell’umanità con la sua inutilità? Harari suggerisce droga e videogames come i due strumenti attraverso i quali la stragrande maggioranza dell’umanità potrà riconciliarsi con la propria inutilità.

Sembra quasi di riecheggiare il “Mondo nuovo” di Huxley, ma in una salsa un po’ più moderna, più tecnologica. Esiste un’élite che di fatto è ormai diventata composta da superuomini, da post-umani, che potranno vivere in un paradiso eterno. Tuttavia, nel “Mondo nuovo” la popolazione era suddivisa in caste, e una parte della popolazione serviva ancora per lavorare. Nel momento in cui non ci fosse più bisogno della stragrande parte della popolazione, perché tutta una serie di lavori saranno eliminati e sostituiti dall’automazione, dalle macchine, dall’intelligenza artificiale, sarà comunque necessario un reddito universale, perché giustamente Harari si domanda cosa ne facciamo di queste persone. Se non le stermini, queste sopravvivono e rischiano comunque di rovinare i giochi a quell’élite che potrà anche magari un giorno raggiungere una qualche forma di immortalità fisica o digitale, ma in ogni caso potrebbero turbare i loro paradisiaci sogni e progetti.

Nella versione di Harari, che è una versione un po’ più soft, prevale l’idea di addomesticare le masse, ma ci sono visioni transumaniste, come tu ben sai, che sono un po’ più radicali di questa. Riprendendo i video del famoso Casaleggio, Gianroberto Casaleggio, di cui più volte abbiamo parlato anche nei nostri libri “Gaia” e “Prometheus”, e che chiunque può guardare e scaricare da YouTube, si parla di qualcosa di ancora più radicale. Si immagina la possibilità di un’umanità ridotta numericamente in maniera assolutamente drastica. Questa umanità potrà finalmente accedere a una sorta di conoscenza collettiva e di coscienza collettiva, che Casaleggio chiamava Heartlink, questo Terra Link, un mondo parallelo dove gli esseri saranno collegati online 24 ore su 24 per tutto il resto della loro vita, potendo in qualche modo condividere ogni aspetto dell’esistenza, una sorta di Matrix a tutti gli effetti. Tuttavia, Casaleggio si domandava in maniera molto più decisa cosa fare degli altri 7 miliardi di simili, arrivando alla conclusione che, alla fine, una buona vecchia guerra potesse risolvere il problema. Egli parlava di una possibile guerra tra il mondo libero, cioè l’Occidente, e l’Oriente, identificabile probabilmente con il mondo russo, medio-orientale o altro, che tra le altre cose avrebbe avuto anche il “pregio”, tra virgolette, di poter purificare l’umanità e quindi di ridurre il numero degli esseri umani che un giorno potranno finalmente vivere in questa sorta di dimensione perfetta”.

Qui trovate il libro di Gianluca Marletta.

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