Il progetto dell’euro digitale, nonché la tecnologia sottostante, potrà costituire un caposaldo dell’economia digitale europea, in particolare se riuscirà ad abilitare gli intermediari vigilati a sviluppare su di esso servizi innovativi a valore aggiunto, permettendo di soddisfare esigenze attualmente non soddisfatte o di semplificare i processi esistenti e di espandere l’offerta di servizi e prodotti innovativi alla clientela.
I tre pilastri dell’ABI per un Euro Digitale:
1.È essenziale salvaguardare il ruolo di intermediazione delle banche per il sistema economico.
È importante mantenere il ruolo di intermediari delle banche nel sistema economico. È inoltre necessaria un’architettura a due livelli che, a fianco di quello dell’Eurosistema, preservi il ruolo attivo degli intermediari in processi quali l’identificazione, la distribuzione del denaro, la validazione delle transazioni e i controlli antiriciclaggio. Gli intermediari vigilati, dato il loro contatto diretto con gli utenti, rappresentano i soggetti più adatti a individuare servizi avanzati di pagamento che soddisfino i bisogni della clientela.
2.L’euro digitale dev’essere funzionalmente diverso dagli strumenti di pagamento elettronici, per integrare e non competere con la moneta di banca commerciale, le iniziative e gli investimenti delle banche.
Come accade oggi per le banconote e le monete che hanno una funzione e una “forma” diversa rispetto agli strumenti di pagamento elettronici, tali per cui i cittadini possono rendersi immediatamente conto della differenza, lo stesso dovrebbe accadere con l’euro digitale di domani che dovrà avere caratteristiche diverse per consentire casi d’uso specifici.
3.L’euro digitale deve svolgere un ruolo a supporto dell’economia digitale, offrendo la materia prima per offrire servizi innovativi e a valore aggiunto. La funzionalità chiave per abilitare questa possibilità è la programmabilità dei pagamenti realizzata tramite DLT (Distributed Ledger Technology).
Grazie alla funzione della programmabilità dei pagamenti, l’euro digitale potrebbe assicurare, da un lato, il pieno controllo e governo dell’emissione da parte della BCE/Eurosistema e, dall’altro, consentire alle banche di fornire e proporre nuovi servizi, o servizi già esistenti in modo più efficiente. L’euro digitale potrebbe effettivamente portare “valore aggiunto” solo se permettesse di soddisfare esigenze attualmente non soddisfatte o di semplificare i processi attuali, ciò che le funzionalità di programmabilità possono consentire.
Sulla base di questi tre pilastri, ABI sta contribuendo alla fase di indagine della Banca Centrale Europea, anche tramite un coinvolgimento attivo nei forum di discussione attivati dalla BCE (Market Advisory Group, Euro Retail Payments Board, Rulebook Development Group), nonché nei gruppi di lavoro dedicati della Federazione Bancaria Europea (FBE) e favorendo il confronto con le altre associazioni europee del settore creditizio. Con il duplice scopo di contribuire attivamente al dibattito pubblico e di supportare le banche italiane nel percorso di preparazione allo scenario futuro, ABI, in collaborazione con ABI Lab, ha attivato un progetto pilota che ha coinvolto diciotto gruppi bancari e cinque partner tecnologici. Tale percorso, ha condotto nel marzo 2021 a completare lo sviluppo di quattro demo dedicate ad altrettanti servizi innovativi che, come approfondisce il Rapporto, potrebbero innestarsi su un euro digitale che consentisse funzioni di programmabilità: Safe Return, Pay&Split, Simply Home e Culture Pass.
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