L’etica medica deve essere sostituita dall’AI senza morale “per farci credere che noi siamo delle stupide macchine, che veniamo superate da altre macchine più capaci e più forti, e quindi superiamo i limiti dell’umanità, dell’essere umano, per arrivare al post-umano”, dott. Sandro Sansevero

“La situazione più generale è che tutti i problemi che abbiamo di fronte nella società hanno un’origine, come dire, morale. Cioè, è dalla perdita dei valori — o meglio, dal non riconoscimento di valori — che derivano tutti i problemi della società”, spiega il dott. Sandro Sanvenero al convegno della Carta di Siena  “Biotecnolopolo tra scienza, etica e prospettive di lavoro”

“Quindi l’ambiente spinto e la salute. Ma, dato che sono gli uomini a decidere — non i delfini o gli orsi — si parla della salute dell’uomo. E chi sarebbe, a questo punto, il gran sacerdote del principio ispiratore del potere? Sarebbe il medico. Perché se uno sta male, va dal medico. Ecco perché l’etica medica e l’essere medico devono essere attaccati e abbattuti: perché altrimenti chi detiene il potere perderebbe il controllo sul principio ispiratore da cui discende il suo potere.

Il medico deve quindi essere sostituito dalla stupidità computazionale, erroneamente definita “intelligenza artificiale”. Perché? Perché l’IA compone una frase e, dopo averla composta, non ha capito neanche di che cosa sta parlando. Ma ci devono far credere che noi siamo delle stupide macchine, che veniamo superate da altre macchine più capaci e più forti, e quindi superiamo i limiti dell’umanità, dell’essere umano, per arrivare al post-umano, al transumano. Con tutto ciò che comporta: l’Internet delle cose, l’Internet delle persone, i microchip che ci guidano e ci danno input su ciò che pensiamo di fare.

Purtroppo, per chi pensa questo, è proprio fisicamente sbagliato. Fisicamente sbagliato, perché il funzionamento interno della cellula si basa su scambi atomici, ionici, molecolari. Qual è la fisica che descrive questo tipo di interazioni? La fisica è la scienza che sta alla base di tutte le altre, perché pretende di spiegare come funziona ciò che esiste. E allora, qual è la fisica che descrive queste interazioni, dal molecolare al subatomico? È la fisica quantistica.

La differenza tra fisica quantistica e fisica classica, quella newtoniana che osserviamo nel mondo attorno a noi, è semplice e chiara. La fisica classica dà degli ordini: lo stato successivo si realizzerà in maniera certa, perché c’è un’equazione che trasforma lo stato precedente in quello successivo in modo deterministico, con un rapporto uno a uno. L’evento successivo è sicuro, magari non riusciamo a calcolarlo — come lanciando una monetina — ma teoricamente è certo. La probabilità, in fisica classica, è solo la nostra mancanza di conoscenza.

Quindi, aumentando le conoscenze, le capacità tecnologiche, il modo di conoscere, si può arrivare a una determinazione certa, preventiva, di ciò che accadrà.

In fisica quantistica, invece, non è affatto così. Lo stato che si manifesterà non esiste in anticipo, si manifesta nel momento stesso in cui si manifesta. Ecco perché si parla del principio di indeterminazione di Heisenberg: ciò che si realizzerà non è calcolabile. Non è mancanza di conoscenza, ma impossibilità fisica di prevedere. Ecco perché la medicina è una scienza empirica, una scienza umanistica che rimane sull’umano.

E perdere questa personalità, questa umanità, sarebbe la fine di tutto.

Disse bene San Giovanni Paolo II: all’uomo del ventunesimo secolo, molto tecnologico ma poco sapiente, i mezzi sarebbero sfuggiti di mano. Un mezzo, in quanto tale, è un elemento che serve affinché la società utilizzi ciò che ha a disposizione per raggiungere il fine, che è dato dalla morale. Ma quando il mezzo prende autonomia morale e si autogestisce, ecco che allora si hanno tutte le storture di questo mondo.

Ragionando in termini astratti di bene e male, bisogna sempre farsi la domanda: “Per chi è bene? Per chi è male?” Serve necessariamente un elemento esterno, un punto esterno, che sia in grado di tracciare una linea tra la mia visione personale e ciò che io desidero. Per un punto, che sono io, passano infinite rette. Per due punti — io e un punto esterno, che è appunto la morale — si può invece tracciare una sola retta. Io identifico questo punto esterno nella morale medica, visto che molte problematiche sono di origine, come dire, biologica. Ecco che, attraverso questo punto esterno di etica, si è in grado di tracciare una linea e definire ciò che è bene da ciò che è male.

Faccio subito un paradosso, così ci capiamo meglio su cosa si intende per bene o male, e per chi. Esempio: il naufragio del Titanic è stato un bene o un male? È evidente che per gli uomini a bordo — per i morti, per i feriti, per i sopravvissuti — è stato un male enorme. Ma dal punto di vista degli astici e delle aragoste che stavano nelle vasche del Titanic, quel naufragio è stato un bene o un male? È stato un miracolo, perché li ha risparmiati da una morte orribile: essere buttati vivi in una pentola bollente. Quindi serve un punto esterno per poter definire ciò che è bene e ciò che è male.

Il nostro punto esterno sta nell’etica medica, nel giuramento di Ippocrate. Applicando quello, saremmo in grado di definire ciò che è giusto da ciò che è ingiusto. E perché la cosa coinvolge tanto il mondo sanitario, e il mondo medico in particolare? Perché non si tratta solo di un interesse economico delle case farmaceutiche, o della volontà di controllo dei governi, che in un mondo sempre più globalizzato aspirano ad avere potere. Si tratta del nuovo — definito tale — principio ispiratore del potere. Il potere vero.

Perché nessuno penserà davvero che in Italia comandi Mattarella o Meloni, o che negli Stati Uniti comandino direttamente Biden o Trump. Il potere, quello vero, ha sempre avuto la necessità, nella storia, di far riferimento anch’esso a un principio esterno, a un principio ispiratore, attraverso cui piegare la volontà delle masse, delle folle, della popolazione.

In origine erano le religioni. Dopo la pace di Vestfalia, con il principio “cuius regio, eius religio”, il potere è passato al commercio e al denaro. Perché le religioni? Perché, ed è importante chiarirlo, la diatriba tra il cardinale Bellarmino e Galileo non era mica legata al fatto se fosse la Terra o il Sole al centro. La questione era che il principio ispiratore, che era la religione, affermava che fosse la Terra al centro. Questo era il vero problema dello scontro: si metteva in dubbio il principio ispiratore del potere, che si fondava sulla religione.

Poi, con la pace di Vestfalia, la religione ha perso questo ruolo, ed è subentrato il commercio, il denaro. Ma oggi, dato che il denaro — stampato a debito — è diventato fondamentalmente carta straccia, anche se nella nostra parte del mondo è ancora fondamentale perché con questa carta si decide se costruire un ospedale o se mangiare un piatto di pasta, non ha più una sostanza. Ecco che il nuovo principio ispiratore è diventato la salute: il One Health, la salute del pianeta. Perché se perdiamo il pianeta, non abbiamo più un posto dove stare o vivere”.

Qui trovate la registrazione del convegno “Biotecnolopolo tra scienza, etica e prospettive di lavoro”

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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