Le radici del transumanesimo risalgono all’Ottocento, ma la tentazione resta sempre la stessa: “Passare alla storia come un dio, trasformare il mondo”,

“Le radici del transumanesimo potrebbero persino risalire all’Ottocento, con la storia di Frankenstein, il Prometeo moderno, un tentativo che all’epoca poteva sembrare assolutamente folle, quasi magico, di creare un uomo completamente nuovo utilizzando i mezzi concepibili dati dalla tecnologia dell’epoca, come la potenza del fulmine e dell’elettricità. Era il periodo in cui, all’inizio dell’Ottocento, si studiavano l’elettricità e il magnetismo animale, e si diffondeva l’idea che si potesse giungere all’immortalità attraverso questo tipo di potere”, spiega Gianluca Marletta, autore del libro “Transumanesimo”.

Oggi, forse, ci potrebbe sembrare ingenuo, ma abbiamo a disposizione tutta una serie di ritrovati tecnologici assolutamente inimmaginabili negli anni ’20 dell’Ottocento.

Tuttavia, di fatto, la “tentazione” rimane sempre la stessa. Oltre alla tentazione, rimane anche l’Ibris, come cifra che collega un Prometeo a un Frankenstein, fino ad arrivare a questi profeti del transumanesimo.

Dietro ogni ideologia, visione del mondo o stato d’animo, si nasconde sempre un desiderio molto più profondo. Alcuni dicono che i grandi potenti del mondo, che ormai possiedono tutto il denaro necessario per soddisfare ogni capriccio, non riescono mai a soddisfare completamente il desiderio del potere assoluto.

Quando il denaro non conta più nulla, qual è il grande desiderio? Passare alla storia come un dio.

Da qui nasce un desiderio che è qualcosa di molto più profondo, in un certo senso veramente prometeico, addirittura luciferino: quello di trasformare il mondo, e perché no, l’essere umano a propria immagine e somiglianza. Dietro le ideologie si nascondono spesso proiezioni profonde, archetipi dell’essere umano che forse la nostra coscienza nemmeno riesce a decifrare. L’idea dell’Ibris è presente nell’essere umano fin dalle origini, e tutti i miti ne parlano. Nel libro abbiamo cercato di ricostruire l’idea di Ibris, dai miti più antichi dei giganti prima del diluvio e di Atlantide, fino ad arrivare al Faust dei primi secoli della modernità, e poi a Mary Shelley e al suo Frankenstein, per mostrare come il transumanesimo non sia altro che l’ultimo avatar, l’ultima manifestazione ultra-tecnologica e postmoderna di una presenza che si muove nell’essere umano fin dai primordi. Oggi, tutto questo culmina in un’ossessione di resettare la realtà e persino l’essere umano, per rimodellarlo a proprio piacimento”.

Qui trovate il libro di Gianluca Marletta.

Fonte

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