Le probabilità sulla vita di ognuno calcolate dall’intelligenza artificiale possono portare a possibilità di scelta inedite e spaventose: conviene assumerti, darti un mutuo, assicuranti?

“L’intelligenza artificiale ha un calcolo probabilistico alla base: quella linguistica ci dice che dopo una certa parola c’è la probabilità che ne venga un’altra. Banalmente, anche quello che vediamo sul nostro telefono quando ci suggerisce la parola che molto probabilmente verrà dopo ‘io vado’, c’è scritto ‘a casa’, ‘in ufficio’, ‘a lavoro’, perché probabilisticamente è l’espressione che viene calcolata migliore per quel tipo di frase”, spiega Nunzia Ciardi, vicedirettrice dell’Agenzia per la Cyber Sicurezza Nazionale e che è stata a capo della polizia postale per anni. Questo calcolo può diventare brutale se applicato alle scelte fatte sulle possibilità di vita e di salute delle persone.

“In Danimarca hanno seguito lo stesso principio, applicandolo agli eventi della vita: interrogando milioni di danesi per dieci anni hanno individuato, in base alle tendenze socio-economiche, quale evento sarebbe stato più probabile nella vita di un cittadino se questo avesse avuto i genitori morti per una determinata causa, vivesse in un quartiere con più o meno verde, avesse relazioni sociali più o meno soddisfacenti. Incrociando questi dati, si è riusciti a prevedere con un grado di accuratezza stupefacente quali malattie mentali e fisiche avrebbe sviluppato quel cittadino e, addirittura, stimare con una certa approssimazione la data del suo decesso”.

“Se tutto questo potesse servire a una politica di ordine sociale illuminata, permettetemi di usare questa frase un po’ grossolana: chi vive in un quartiere con una maggiore quantità di verde, con un’edilizia più a misura d’uomo e non in un caseggiato enorme, ha minori probabilità di sviluppare patologie come la depressione, l’ansia o altre miliardi di patologie che possiamo ipotizzare. Quindi, se venisse utilizzato per migliorare le condizioni di una società, diremmo che è un esperimento bellissimo.

Questi dati possono anche essere utilizzati per assumere una persona: ad esempio, potrei decidere che se hai un certo numero di parenti morti per una patologia oncologica, sei geneticamente predisposto a sviluppare quella malattia; oppure, se vivi in un quartiere del genere, sarai più soggetto alla depressione e quindi la società o una banca potrebbe decidere di non assumerti o di non concederti un mutuo, o un’assicurazione.

Se considerato da questo punto di vista, tutto ciò è spaventoso.”

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