Laura Teodori mette in guardia dai pericoli dei pazienti curati con gli algoritmi: i soldi per la medicina di prossimità sono per la digitalizzazione

 Laura Teodori ha recentemente espresso la sua opinione sulla riforma della sanità legata al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), sottolineando alcuni aspetti cruciali di questo cambiamento. La riforma della sanità, che fa parte della missione FEI (Fondo Europeo per l’Innovazione), mira a dare un impulso significativo alla medicina di prossimità. Questo approccio ha come obiettivo principale quello di garantire che i pazienti non siano lasciati soli, migliorando l’accesso alle cure attraverso una maggiore vicinanza geografica e relazionale tra i servizi sanitari e la popolazione.
“…Poi uno va a vedere come significa la medicina di prossimità e trova soprattutto i soldi per la digitalizzazione e per la telemedicina”, ha detto durante il convegno No Agenda 2030 che si è svolto a Roma lo scorso 13 giugno.

Un’analisi più approfondita del concetto di medicina di prossimità, infatti, rivela che una parte sostanziale dei fondi destinati a questa riforma è dedicata alla digitalizzazione e alla telemedicina.

“E’ importante che il paziente non venga curato da un algoritmo, ma che abbia la possibilità di vedere il personale sanitario” di persona non in videoconferenza.

I pazienti non sono algoritmi ma persone.

Fonte

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