“La repubblica dei gigabyte: convertire il sistema paese in una gestione algoritmica dalla culla alla tomba …e poi dopo la tecnogabbia arriverà il tecnouomo”, la denuncia di Maurizio Martucci

“Non la tecnologia al servizio dell’uomo, ma l’uomo al servizio della tecnologia,” ha dichiarato Maurizio Martucci con fermezza in una recente intervista. “Gli obiettivi sono principalmente quello di costruire la repubblica dei gigabyte, quindi di convertire il sistema paese in una gestione algoritmica dalla culla alla tomba. E poi il secondo punto è quello della costruzione, dopo la tecnogabbia, del tecnouomo.”

Questa affermazione evidenzia una preoccupazione crescente per l’adozione indiscriminata della tecnologia. Martucci vede la fusione transumanista tra fisico, biologico e digitale come un passo inevitabile ma pericoloso. “Andiamo a creare questa fusione transumana del fisico col biologico e il digitale,” ha spiegato.

Martucci ha espresso preoccupazioni profonde riguardo alla direzione in cui ci stiamo dirigendo, dipingendo un quadro in cui l’uomo sembra essere diventato un ingranaggio al servizio della tecnologia, piuttosto che il contrario.

Un esempio concreto di questa preoccupazione riguarda lo sviluppo di connessioni neurali uomo-macchina, un tema caldo nelle recenti cronache internazionali. “In Cina stanno sviluppando i chip esattamente come lo stanno facendo in America con progetti come Neuralink,” ha osservato Martucci. Tuttavia, ciò che lo colpisce è la disparità di reazioni critiche. “Mi viene un po’ da sorridere, come la critica la si faccia solo e esclusivamente quando la provenienza è cinese, mentre per quanto riguarda tutto quello che ci viene propinato dalla Silicon Valley lo si abbraccia in maniera critica.”

Martucci sottolinea che questi microchip cerebrali, attualmente sperimentati su soggetti con particolari patologie, potrebbero in futuro essere applicati anche a persone sane. “Noi stiamo andando incontro a questo. Dobbiamo comprendere e capire che la transizione digitale non è assolutamente a servizio del cittadino, utente e consumatore,” ha avvertito. “Ci troviamo dinanzi a una tecnologia che sta cambiando i nostri stili di vita, che sta cambiando la madre terra.”

La visione di Martucci richiama a una riflessione profonda sulla nostra attuale traiettoria tecnologica. In un mondo sempre più digitalizzato, è fondamentale interrogarsi sul vero impatto di queste innovazioni. “Siamo al centro di una grande trasformazione,” ha concluso. “È il nostro diritto dovere come giornalisti, come comunicatori, come informatori rendere pubblica la cosa in modo tale che i cittadini possano comprendere quello che avviene.”

In un’era dove il progresso tecnologico sembra inarrestabile, le parole di Martucci risuonano come un monito: il futuro della tecnologia è nelle nostre mani, e dobbiamo gestirlo con consapevolezza e responsabilità.

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