L’etichetta di “intelligenza” applicata a sistemi non umani porti a un fraintendimento fondamentale: la convinzione che, così come esiste un’intelligenza umana, possa esistere anche un’intelligenza artificiale. Tuttavia, per Fettolini, l’intelligenza è una prerogativa esclusiva dell’uomo. Lo denuncia l’avvocato Pier Luigi Fettolini sollevando, in questo modo, importanti riflessioni sull’uso del termine “Intelligenza Artificiale” (IA). Secondo Fettolini, la denominazione stessa è non solo ingannevole, ma anche falsa nei presupposti.
“La denominazione di ‘Intelligenza Artificiale’ è non solo ingannevole, ma falsa nei presupposti. Ingannevole perché ti porta a pensare che, così come esiste una ‘intelligenza umana’, ne esista anche una non-umana, appunto artificiale. Ma l’intelligenza non può che essere prerogativa dell’uomo, quando lo è, s’intende,” ha dichiarato Fettolini. L’avvocato osserva che si sta diffondendo l’idea che l’intelligenza consista nella capacità di fornire risposte a qualsiasi domanda, ogni volta che venga richiesta. Egli sostiene che questa visione riduttiva tradisce il vero significato dell’intelligenza. “Si sta radicando l’idea che ‘intelligenza’ significhi avere una risposta ad ogni quesito, e il dovere di fornirla ogni volta venga richiesta. Ma l’intelligenza non è questo. Un uomo intelligente non dispensa risposte più o meno corrette, un uomo intelligente si preoccupa di porre il quesito, o i quesiti, davvero importanti, quelli che estraggono, per così dire, l’anima della questione.”
Fettolini fa un esempio eloquente: sapere la risposta a una domanda e decidere, nonostante le pressioni, di non rivelarla. “Intelligenza è, ad esempio, sapere la risposta e decidere, malgrado si venga più volte invitati a fornirla, di tacerla. E si può decidere di tacerla perché a quella risposta ci devi arrivare da solo, oppure perché non si è ancora pronti a ricevere una certa verità, e conoscerla anzitempo potrebbe essere d’ostacolo alla tua evoluzione.” L’intelligenza vera, dunque, si manifesta nella capacità di discernere quando e come esprimersi, una sensibilità che, secondo Fettolini, nessuna tecnologia potrà mai essere programmata per sviluppare. “No, una vera intelligenza sa quando e come manifestarsi al prossimo, e nessuna tecnologia potrà mai essere programmata per sviluppare una sensibilità di questa natura.”
La tecnologia, per quanto avanzata, rimane uno strumento privo della sensibilità e della capacità di discernimento che caratterizzano l’intelligenza umana. L’uso del termine “intelligenza” in questo contesto, pertanto, rischia di creare false equivalenze e di distorcere la nostra comprensione di cosa significhi realmente essere intelligenti.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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