Nel panorama in continua evoluzione dell’intelligenza artificiale (AI), una cosa sta diventando sempre più chiara: ogni volta che usiamo un computer per interagire con un’intelligenza artificiale, dietro le quinte c’è una GPU che genera token. Jensen Huang, CEO di Nvidia, ha recentemente sottolineato questo punto durante una sua dichiarazione, offrendo una visione del futuro dell’AI che è sia illuminante che trasformativa.
“Quando chatti con un chatbot o gli chiedi di rivedere o creare un’immagine, ricorda che sul retro c’è una GPU che genera token,” ha detto Huang. “Alcuni la chiamano inferenza, ma è più propriamente generazione.” Questo segna un cambiamento fondamentale rispetto a come veniva effettuato il calcolo in passato. Tradizionalmente, l’operazione era basata sul recupero di informazioni già esistenti. Ad esempio, quando toccavi qualcosa sul tuo telefono, venivano attivati alcuni segnali che portavano al recupero di contenuti preregistrati, come e-mail archiviate, storie scritte, immagini create o video registrati da qualcun altro. Questi contenuti venivano poi ritrasmessi al tuo dispositivo e presentati in base a un sistema di raccomandazione.
Tuttavia, Huang prevede un futuro in cui la stragrande maggioranza di tali contenuti non sarà più semplicemente recuperata. Il motivo? I contenuti preregistrati spesso non comprendono il contesto specifico dell’utente. “Se riesci a lavorare con un’intelligenza artificiale che comprende il contesto, chi sei, e per quale motivo stai recuperando queste informazioni, e produce le informazioni per te, proprio come piacciono a te,” spiega Huang, “la quantità di energia, larghezza di banda di rete e tempo sprecato che risparmieremo sarà enorme.”
Il concetto di AI generativa rappresenta un cambiamento radicale. Invece di limitarsi a recuperare informazioni, queste intelligenze artificiali saranno in grado di generare contenuti in tempo reale, rispondendo alle esigenze e alle preferenze specifiche degli utenti. “Il futuro è generativo,” ha dichiarato Huang, “motivo per cui lo chiamiamo AI generativa. Questo è un settore completamente nuovo e il modo in cui calcoliamo è fondamentalmente diverso.”
Questi chatbot avanzati, spiega Huang, operano con trilioni di token e parametri, e devono essere in grado di generare questi token a velocità interattive. Questo non solo migliorerà l’efficienza, ma trasformerà anche il modo in cui interagiamo con la tecnologia, rendendola più intuitiva e personalizzata.
L’arte della comunicazione, come sottolinea Huang, è selezionare buone analogie. E la sua visione del futuro dell’AI come un sistema generativo, capace di comprendere e rispondere al contesto dell’utente, è un’analogia potente che ci aiuta a comprendere l’impatto rivoluzionario che questa tecnologia avrà sulle nostre vite.
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