Intelligenza artificiale: sorveglianza con la scusa della sicurezza. I piani per il 2028

“Utilizzare l’intelligenza artificiale per identificare le minacce significa raccogliere, elaborare e analizzare enormi quantità di dati sensibili. Ciò rappresenta una minaccia diretta alla privacy e apre la porta alla sorveglianza di massa. I regimi autoritari in particolare potrebbero utilizzare tali sistemi per controllare i propri cittadini e reprimere gli oppositori politici. Anche negli Stati democratici resta la questione di quanto lontano possa spingersi l’ingerenza nelle libertà personali per garantire la sicurezza. Qui i confini tra protezione e oppressione diventano rapidamente confusi”, scrive Uncutnews.

Falsi allarmi ed errori incontrollabili

“Un problema centrale con tali sistemi di intelligenza artificiale è la loro dipendenza dai dati. Dati errati o distorti possono portare a falsi positivi, laddove un’attività innocua viene classificata come una minaccia. Ciò non solo potrebbe comportare interventi non necessari e uno spreco di risorse, ma potrebbe anche minare la fiducia nei sistemi di sicurezza. Allo stesso tempo, esiste il rischio di falsi negativi: le minacce reali potrebbero passare inosservate. La tolleranza agli errori di tali sistemi potrebbe avere conseguenze fatali quando si tratta di decisioni legate alla sicurezza.

Il pericolo di un controllo totale da parte dell’IA

La minaccia più grande risiede nella potenziale indipendenza di tali sistemi. L’intelligenza artificiale ha già dimostrato, su scala limitata, di poter sviluppare comportamenti inaspettati. Se tali sistemi prendessero il controllo di aree rilevanti per la sicurezza, ciò potrebbe portarli a prendere da soli decisioni contrarie agli interessi dell’umanità. Lo scenario in cui l’intelligenza artificiale non è più solo uno strumento ma un attore autonomo si avvicina sempre più poiché sempre più responsabilità vengono trasferite alle macchine.

Mancanza di trasparenza e sfide etiche

I sistemi di intelligenza artificiale spesso agiscono come “scatole nere” le cui decisioni non sono del tutto comprensibili. Chi è responsabile se un sistema attiva un falso allarme che provoca danni economici o sofferenze umane? Come possiamo garantire il rispetto degli standard etici quando le macchine prendono sempre più decisioni sulla vita, la sicurezza e la difesa? La disumanizzazione del processo decisionale è un dilemma etico che non può essere ignorato.

La sicurezza a scapito della libertà?

L’introduzione di tali tecnologie solleva domande fondamentali: il prezzo di una maggiore sicurezza è la perdita delle libertà personali? Può la società accettare che le macchine decidano su aspetti che violano profondamente la nostra privacy e i nostri diritti? Senza normative chiare e meccanismi di controllo trasparenti, c’è il rischio di uno sviluppo che utilizzi la sicurezza come scusa per il controllo totale.

Un esperimento pericoloso

Lo sviluppo e l’implementazione di sistemi di intelligenza artificiale per la sorveglianza della sicurezza nazionale possono sembrare un progresso, ma comportano rischi immensi. Falsi allarmi, sorveglianza, mancanza di trasparenza e il pericolo che tali sistemi diventino autosufficienti potrebbero portare il mondo in una direzione incontrollabile. Quando l’intelligenza artificiale diventa una forza che non può più essere controllata dagli esseri umani, diventa la minaccia che avrebbe dovuto prevenire. La società deve chiedersi urgentemente se è disposta a correre questi rischi e quali conseguenze ciò avrà per la libertà, l’etica e l’umanità”.

Fonte

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