Intelligenza artificiale: l’era dell’umano nella sua riproducibilità e clonabilità tecnica

“Walter Benjamin, scrisse ai primi del Novecento un libro intitolato L’Opera d’arte nell’era della sua riproducibilità tecnica. E’ una cosa bellissima, perché prima per andare a vedere il Cenacolo di Leonardo, Sant’Anno di Delegrazia a Milano, vedere la volta da Cappella Sistina a Roma, dovevi fare un viaggio per andare a Roma-Milano, partendo magari da Magonza o da Berlino.

Adesso invece, nell’era della riproducibilità tecnica, noi possiamo goderci l’arte, la musica, i quadri, il cinema, in maniera del tutto dematerializzata. Questa dematerializzazione dell’estetica è un problema drammatico, in realtà, che adesso si affaccia nella storia. Mentre all’epoca di Walter Benjamin questo era un vantaggio, adesso l’uomo non è più l’arte, non è più la riproduzione, ma è l’umano nell’era della sua riproducibilità e clonabilità tecnica”, spiega Alessandro Meluzzi a Radio Radio.

“Quando tu vedi dei software nei quali tu puoi vedere la faccia del padre della figlia della Meloni che recita in video, l’ho visto proprio qualche ora fa, un racconto improbabile dove c’è lui che parla, c’è lui che si muove, che lui dice delle cose ma non è lui perché è un suo avatar costruito dal computer. Puoi fare vedere me che per esempio che stupro una bambina. Avete visto che Meluzzi stuprava le bambine? Esatto, ma è proprio vero. Guarda, hanno preso il mio avatar e lo mettono in programma.  Allora, come reagire a tutto questo? Questa è la vera grande domanda.

Emanuele Severino, grande filosofo, poi cacciato da un’università cattolica per le sue posizioni di natura metafisica, scrisse un bellissimo libro intitolato La fine della politica, dove descrive un fenomeno costruito intorno ad una divisione della civiltà e del potere basata sugli umani, dall’assemblea dell’areopago di Atene ai comizi centuriati di Roma ai parlamenti delle diete germaniche, poi dei parlamenti comunali e poi quelli dell’illuminismo, noi ci abbiamo abituati all’idea che il potere è gestito da un’assemblea di uomini, di esseri umani, che si guardano, si parlano, dialogano e decidono. E a un certo punto Severino spiega che una politica è finita, perché l’umanità ha prodotto un sistema, la tecnica, che come un apprendista stregone è completamente sfuggito dalle mani dei più e da una parte è mantenuto saldamente nelle mani di coloro che lo pagano. Cioè dice che a un certo punto coloro che hanno il potere finanziario gestiscono parallelamente il potere mediatico, cioè il potere della comunicazione, e il potere della tecnologia.

I due poteri combinati, tecnologia e comunicazione, sono esattamente ciò di cui tu dicevi. Però dice un’altra cosa che è ancora più inquietante, che ad un certo punto questa tecnologia diventa così potente da finire con lo scavalcare persino, come le scope che camminano da sole dell’apprendista stregone di Topolino, le forze che lo hanno evocato, anche quelle finanziarie e anche quelle mediatiche. Quindi questa tecnologia in qualche modo autonomamente cammina per la sua strada e finisce col prendere in mano completamente persino i meccanismi che l’hanno generata.

Un po’ come se quella realtà virtuale ad un certo punto potesse diventare talmente potente da prendere persino in qualche modo le leve del potere finanziario e le leve del potere mediatico:  cioè che i detentori di quella ricchezza, in particolare non della ricchezza in generale, ma di quella ricchezza, cioè quella che si basa sul sistema dei media, prevalgono su quelli che per esempio hanno il potere sul petrolio, hanno il potere sull’uranio, hanno il potere sulla produzione industriale.

Chi direbbe che un produttore di automobili è più potente di Bill Gates, che non ha mai stampato neanche un bullone? Chi direbbe che un proprietario di fonderie indiano è più potente di Zuckerberg? Non c’è dubbio che coloro che detengono questa tecnologia sono quelli che ad un certo punto prevalgono su tutte le altre tecnologie. Allora, che è assoluta, perché questi soggetti sono particolarmente malati e sono particolarmente disturbati perché hanno capito che quello che loro vorrebbero imporre al sistema dell’umanità, al complesso dell’umanità, cioè il fatto di poter governare con la tecnologia i loro cervelli, è già avvenuto nei loro cervelli. Cioè queste persone non sono più minimamente preoccupate di null’altro nella loro vita, nella loro storia, se non di alimentare queste potenze demoniache che hanno evocato e che sono in grado mai di produrre la realtà”

Qui trovare l’intervista: https://youtu.be/mvIIj-NvRgs?si=FZCxzQycYe_i-Im5

Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.

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