Metaverso: “il vero tema, e qui sta il problema, è riempirlo di contenuti”, denuncia Padre benati
“Noi andiamo su Facebook perché possiamo fare gli affari del vicino di casa o dell’amico, perché ci sono un sacco di contenuti. Quello che ha fatto fallire una tecnologia come Betamax, per chi se la ricorda, che erano videocassette, rispetto a VHS, è che Betamax non aveva tutti i contenuti che aveva VHS. Di fronte a queste tecnologie, sono i contenuti che determinano il successo o meno di una piattaforma.
Nello specifico, per chi fosse curioso, l’assenza di contenuti di cui si parla per il fallimento di Betamax era il porno. I giapponesi non mettevano il porno sulle cassette Betamax e quindi le edicole si riempirono di VHS. Fine del lato un po’ episodico della questione, ma questo significa che Facebook ha avuto successo perché è molto facile caricare una foto con lo smartphone del piatto, del tramonto, dell’amico, dell’incidente. Ricostruire in 3D una scena che abbia una qualità cinematografica non è un contenuto accessibile a tutti. Bisogna essere un po’ smanettoni, appassionati o avere un certo senso estetico.
Ed è qui il problema, perché la tecnologia per vedere i contenuti magari già c’è, ma se non abbiamo contenuti, perché dovremmo usarla? E qui, secondo me, si gioca un po’ questa storia che abbiamo visto fino adesso, dove di fatto quello che sta facendo Zuckerberg, quello che stanno facendo gli altri, è una sorta di gridare “all’oro, all’oro!” perché tutti partano per questa corsa all’oro, e poi lo si trova insieme. Sono i contenuti che ci mettiamo dentro che tornano alla forma dell’oro.
Quindi qui c’è questo gioco: nella misura in cui la gente capirà che vale la pena stare sul metaverso e farà contenuti per il metaverso, allora questo farà del metaverso un luogo che vale la pena visitare. E oggi nessuno di noi andrà a cercare gli occhiali perché non sappiamo cosa trovarci sul metaverso”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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