“Il compito in cui l’intelligenza artificiale generativa ha avuto più successo è stato quello di abbassare le nostre aspettative, sia sulle cose che leggiamo sia su noi stessi quando scriviamo qualcosa che gli altri possano leggere. È una tecnologia fondamentalmente disumanizzante perché ci tratta come meno di quello che siamo: creatori e apprendisti di significato. Riduce la quantità di intenzione nel mondo”, denuncia l’autore di racconti di fantascienza Ted Chiang.
Alcuni individui hanno difeso le grandi modelli generativi del linguaggio dicendo che la maggior parte di ciò che gli esseri umani dicono o scrivono non è particolarmente originale. È vero, ma è anche irrilevante. Quando qualcuno ti dice “Mi dispiace”, non importa che altre persone abbiano detto “Mi dispiace” in passato; non importa che “Mi dispiace” sia una stringa di testo statisticamente insignificante. Se qualcuno è sincero, le sue scuse sono preziose e significative, anche se le scuse sono state pronunciate in precedenza. Allo stesso modo, quando dici a qualcuno che sei felice di vederlo, stai dicendo qualcosa di significativo, anche se non è nuovo.
Che tu stia creando un romanzo, un dipinto o un film, sei impegnato in un atto di comunicazione tra te e il tuo pubblico. Ciò che crei non deve essere completamente diverso da ogni precedente opera d’arte nella storia umana per essere prezioso; il fatto che tu sia quello che lo dice, il fatto che derivi dalla tua esperienza di vita unica e arrivi in un momento particolare nella vita di chiunque stia guardando il tuo lavoro, è ciò che lo rende nuovo. Siamo tutti prodotti di ciò che ci ha preceduto, ma è vivendo le nostre vite in interazione con gli altri che portiamo un significato nel mondo. Questo è qualcosa che un algoritmo di completamento automatico non può mai fare, e non lasciare che nessuno ti dica il contrario”
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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