“L’output di genAI, anche a causa dell’architettura digitale centralizzata, inizia a dominare i canali e le modalità di comunicazione, nonché il contenuto dei nostri archivi di informazioni, il carattere dell’output dell’AI avrà un’influenza significativa sulla qualità dei dati, mantenuto all’interno di qualunque tradizione di conoscenza possa rimanere”, denuncia Johan Eddebo.
“Gli effetti dannosi sulle nostre capacità cognitive, per quanto negativi possano essere, c’è un senso significativo in cui la genAI e l’attuale iterazione della digitalizzazione in fase avanzata possono minare strutturalmente la natura e la qualità delle informazioni e delle esperienze inerenti alle nostre tradizioni del sapere, antico e moderno.
Ricordiamo che l’architettura centralizzata dell’informazione, per inevitabili ragioni strutturali, tenderà a promuovere tale informazione che rafforza il comportamento che a sua volta supporta l’estrazione di plusvalore da parte del capitale dal lavoratore-consumatore. L’affidabilità, l’obiettività e un centinaio di altri parametri di qualità a cui tu o io potremmo voler dare la priorità sono quasi del tutto irrilevanti. La motivazione al profitto e obiettivi ausiliari come la propaganda, la formazione di opinioni strategiche e la minimizzazione di discorsi dirompenti saranno le massime priorità”.
Le opinioni espresse in questo articolo sono dell’autore.
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