In Giappone i sistemi di intelligenza artificiale possono utilizzare qualsiasi dato da qualsiasi fonte, compresi quelli illegali. Lo ha annunciato il governo stesso, stabilendo che nessun dato sarà vietato all’IA. E’ stato lo stesso Keiko Nagaoka, ministro giapponese dell’Istruzione, della cultura, dello sport, della scienza e della tecnologia, a confermarlo: “nessuna legge, incluso il diritto d’autore, impedirà all’IA di accedere ai dati nel paese”.
AI potrà utilizzare i dati per la formazione, “indipendentemente dal fatto che sia per scopi commerciali o senza scopo di lucro, che si tratti di un atto diverso dalla copia o che si tratti di contenuti ottenuti da siti illegali o altrimenti ottenuti”, ha affermato Nagaoka.
“L’intelligenza artificiale non è altro che una federa vuota senza i dati che utilizza per “imparare”. Qualcuno si chiede da dove provengono tutti questi dati? O ci si chiede se ciò sia eticamente o legalmente giustificabile? Senza i massicci flussi di dati provenienti da Internet, non ci sarebbe l’intelligenza artificiale. Una volta che questi dati sono stati “rubati” per l’apprendimento, non possono essere negati.⁃scrive TN Editor
“Il Giappone ha a lungo investito molto nello sviluppo dell’intelligenza artificiale e dell’automazione. Con una popolazione in rapido invecchiamento e tassi di natalità lenti, il Giappone vede l’automazione come una potenziale soluzione alla carenza di forza lavoro giovanile, una soluzione che consentirà al paese di non fare affidamento sull’immigrazione di massa per colmare il divario”, spiega Uncut-News.
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