Il professor Mario Rasetti, eminente fisico teorico con un lungo percorso accademico internazionale, solleva un’allarme su un fenomeno in crescita esponenziale: la disinformazione amplificata dai social media e dall’intelligenza artificiale. Secondo Rasetti, la disinformazione è sempre esistita, ma la sua diffusione è stata drasticamente potenziata dall’avvento delle piattaforme digitali e dall’uso dell’intelligenza artificiale.
“La disinformazione e l’inquinamento ci sono sempre stati,” sostiene il professor Rasetti, “ma il mondo dei social ha acuito in maniera esponenziale questi fenomeni.” L’intelligenza artificiale, aggiunge, ha introdotto un elemento “probabilistico oracolare” che erode il concetto stesso di verità. Questo rende particolarmente complesso il compito dei giornalisti, costretti a navigare un panorama informativo dove la verità appare sempre più sfuggente.
Secondo il professor Rasetti, il concetto di verità è diventato un terreno instabile, influenzato dalle dinamiche non lineari introdotte dai sistemi AI. “Non esiste una verità oggettiva di quello che confusamente da pratici intuiamo sull’intelligenza artificiale,” continua, sottolineando come il tradizionale meccanismo domanda-risposta sia stato radicalmente trasformato. Per i giornalisti immersi in questo flusso, il lavoro diventa “complicatissimo,” spiega, poiché devono confrontarsi con un ambiente informativo sempre più distorto e polarizzato.
Il monito del professor Rasetti evidenzia una sfida fondamentale per il giornalismo contemporaneo: mantenere l’integrità e l’accuratezza in un contesto dove la verità stessa è messa in discussione dall’accelerazione tecnologica e dall’interazione umano-macchina.
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