Euro digitale: un attacco alle piccole banche? Per l’Unione Europea sono meno resistenti.

Conseguenze sulla redditività delle banche. Ecco cosa scrive l’Unione Europea

“Per quanto riguarda le piccole banche, che normalmente fanno affidamento principalmente sui depositi come fonte di finanziamento, le sfide potrebbero essere più sostanziali.

Le piccole banche potrebbero subire un potenziale calo della redditività se la domanda dell’euro digitale raggiunge livelli elevati: in uno scenario di grande domanda, il rendimento del capitale proprio (ROE) delle banche potrebbe scendere da un valore medio del 3,7% al 2,4%, senza considerare ogni altra regolazione”.

Il problema per l’Europa sono la quantità di depositi di denaro detenuti, che ovviamente nelle piccole banche sono minori.

“Allo stesso modo, se si esaminano le banche per classe dimensionale (all’interno degli Stati membri dell’EA), è possibile vedere che le banche più grandi sembrano fare meno affidamento sul finanziamento dei depositi rispetto alle banche più piccole, con una mediana di circa il 65%, rispetto a una mediana di circa l’80% e 90% per le banche di medie e piccole dimensioni (dimensione valutata a livello consolidato)”, scrive l’Europa .
Ciò sembra indicare una struttura “hub and spoke” in cui il finanziamento all’ingrosso è gestito preferenzialmente dalle banche più grandi e dai capigruppo, che poi lo ridistribuiscono alle banche più piccole e/o alle singole filiali all’interno dei gruppi.
Questa possibile dualità di ruoli per singole banche e controllate è confermata anche osservando le curve di distribuzione delle principali passività e delle riserve libere. È possibile vedere che la concentrazione è nettamente più elevata quando si osservano le singole entità rispetto a quando si osservano i bilanci consolidati.

“Le banche più grandi sono meglio posizionate in termini di riserve (anche in caso di shock). Ad esempio, le piccole banche che detengono il 25% di tutte le attività detenute da piccole banche hanno meno del doppio dello shock nelle riserve libere, mentre le banche che rappresentano solo meno del 10% delle attività detenute dalle grandi banche hanno meno del doppio dello shock nelle riserve.
Osservando le distribuzioni su base SM (non mostrate qui), è anche in questo caso possibile vedere che le banche che affrontano shock più grandi sembrano essere relativamente concentrate in un piccolo numero di paesi. Anche in questo caso il risultato potrebbe anche essere determinato dall’applicazione dello stesso shock come quota dei depositi a tutte le banche di ciascun paese e da fattori che determinano una potenziale sovrastima degli shock per alcune giurisdizioni”.

Fonte: https://joint-research-centre.ec.europa.eu/jrc-news-and-updates/well-designed-digital-euro-would-avoid-risks-financial-stability-and-banks-profitability-2023-06-28_en?pk_source=website&pk_medium=link&pk_campaign=digital_euro_jrc

Qui si può scaricare lo studio che esamina i possibili scenari della domanda di una valuta digitale della banca centrale in euro esclusivamente al dettaglio e valutarne l’impatto sui bilanci delle banche, per esplorare i potenziali effetti sulla capacità di intermediazione della banca e sulla stabilità finanziaria: https://publications.jrc.ec.europa.eu/repository/handle/JRC132239

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