In questi ultimi anni “di fatto abbiamo visto che alcuni progetti di cripto asset si basavano unicamente su aspettative di continui aumenti dei prezzi e continui afflussi di capitale da nuovi investitori, come in uno schema Ponzi, con nessun tipo di valore intrinseco, nessuna capacità di generare flussi di cassa e una estrema volatilità dei prezzi”. Lo ha affermato il presidente uscente del ramo di vigilanza bancaria della Bce, Andrea Enria del suo intervento alla conferenza è sulla MiCar, organizzata dall’Università Ca’ Foscari di Venezia e dalla Banca d’Italia.
Il quadro normativo Ue pone l’attività delle banche come «fornitore di servizi di cripto-asset» al di fuori della sfera di supervisione della Bce. Questo impedisce alla Vigilanza di avere una visione completa dell’esposizione alle criptovalute. Se i fornitori di servizi di cripto-asset controllati dalle banche non rientrano nell’ambito del consolidamento, le verifiche potrebbero diventare inefficaci. Secondo Enria i fornitori di servizi di cripto-asset dovrebbero essere aggiunti «con urgenza» alle istituzioni su cui la Bce vigila.
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